Zoppas: «Costi occulti se non c’è la trasparenza»
MARGHERA. «I risultati dell’inchiesta della Commissione confermano che dove non c’è semplificazione e trasparenza, non solo è complicato raggiungere gli obiettivi di risanamento ambientale ma è anche possibile che si nascondano costi occulti». Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia interviene sull’allarme della commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti per la mancata conclusione dei lavori del marginamento a Porto Marghera. «I prezzi della messa in sicurezza delle aree e di bonifica della falda sono lievitati nel corso degli anni, rendendo di fatto le aree sempre meno appetibili per nuovi investitori», denuncia Zoppas. «Lo dimostrano anche gli accordi che si sono susseguiti dopo il 1998, sempre improntati a semplificare le procedure al fine di renderle più trasparenti e meno costose. Vorrei rimarcare come degli 800 milioni fin qui spesi, i tre-quarti (poco meno di 600 milioni) sono fondi derivati dalle transazioni delle aziende che non sempre hanno contribuito o sono responsabili della contaminazione dei suoli e della falda». Per il presidente di Confindustria Venezia «senza il completamento dei lavori di marginamento» si rischia l’inefficacia della messa in sicurezza e di fermare anche «gli interventi di bonifica dei suoli» dei privati. Interviene anche il mondo politico. «La relazione della Commissione bicamerale d’inchiesta, con le pesanti criticità che ha sollevato sulle bonifiche di Porto Marghera, rappresenta un atto di trasparenza che il livello parlamentare mette a disposizione in primo luogo dei cittadini. Al tempo stesso è un atto di denuncia di fronte alla quale ora il governo ha il compito di agire. Sia per verificare le responsabilità circa i lavori effettuati, sia per garantire una reale messa in sicurezza ambientale dell’area», dicono da Roma i i deputati veneziani del PD, Andrea Martella e Michele Mognato, che hanno presentato un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico. «L'inquinamento continua ad essere alimentato proprio dai tratti che non sono stati bonificati e dunque, se non si provvederà in fretta, rischia di compromettere tutto il lavoro svolto fino ad oggi», denunciano. Con conseguenze paradossali per un’area industriale da 2 mila ettari su cui lo Stato ha investito 253 milioni di euro. I due parlamentari mettono in guardia anche dal rischio di «strascichi giudiziari e di contenziosi» dei privati verso lo Stato. Martella e Mognato sollecitano quindi il governo ad intervenire con la massima urgenza per completare il marginamento anche per «evitare che tutto ciò si ripercuota negativamente sul rilancio del sito» ad un anno dall’Accordo di programma. (m.ch.)
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