«Zona protetta in via dell’Elettricità»

Dopo l’ordinanza anti-lucciole di Zappalorto, Simionato suggerisce la soluzione. A Marghera e sul Terraglio 150 sanzioni
Di Francesco Furlan

L’estensione a 57 strade tra la stazione ferroviaria e il centro di Mestre della delibera che prevede di multare con una sanzione di 350 euro i clienti che si fermano a contrattare prestazioni sessuali con le prostitute strappa applausi, ma suscita anche tanti dubbi rispetto a un piano di intervento che il comune, prima dell’arrivo del commissario, stava portando avanti da circa dieci anni.

E c’è chi, come l’ex vice sindaco Sandro Simionato (nella foto), torna a rimarcare la volontà che era proprio dell’amministrazione, di riuscire a trasferire le prostitute - nell’ambito del progetto dello zoning - in un’area più periferica, individuata in via dell’Elettricità «che va resa accessibile, sicura, pubblicizzata e in qualche modo protetta da eventuali sanzioni». Una strada del sesso sicuro, dove trasferire le prostitute che oggi sono sparpagliate in diverse parti della città in un percorso che riesca anche - e questa è una delle parti più difficili - ad emanciparle dal giogo dello sfruttamento cui sono legate la gran parte delle prostitute straniere che scelgono di offrire le loro prestazioni lungo la strada, in via Fratelli Bandiera come in via Piave o lungo il Terraglio.

La delibera di giunta promossa dal commissario Vittorio Zappalorto, arrivata dopo un confronto con i residenti dell’area compresa tra via Piave e via Cappuccina, e su impulso del direttore generale Marco Agostini, con la polizia municipale ha di fatto esteso la capacità di intervento, prima limitata a via Fratelli Bandiera e al Terraglio, a tutta la zona centrale, dove le prostitute si concentrano soprattutto lungo via Piave - dove sono sette-otto - e alla rotonda ai piedi del rampa-cavalcavia di via Cappuccina, dove un paio di prostitute cinesi aspettano su una seggiola a bordo strada l’arrivo dei clienti. Dall’inizio di gennaio a oggi sono state quasi 150 le contravvenzioni staccate ai clienti delle lucciole e una dozzina le auto sequestrate. Numeri che potrebbero presto aumentare, con l’estensione del divieto di contrattazione. «Finalmente», dice Alessandro Tombolani, uno dei residenti dell’area che più si è speso per l’introduzione della norma. «Perché fino a oggi i vigili avevano pochi mezzi per intervenire. Potevano fermare i clienti, chiedere un documento, e nulla più. Ora invece hanno uno strumento più efficace, che potrà aiutare la risolvere il problema della prostituzione in questo quartiere, allontanando i clienti, e anche le prostitute». Era da tempo che lo chiedevamo». Era stato proprio Sandro Simionato, vice sindaco con delega alle politiche sociali ad opporsi, sollevando dubbi che ripropone oggi che l’ordinanza è stata firmata. «L’ordinanza serve se è accompagnata da una serie di interventi che devono vedere impegnate le forze dell’ordine, per i controlli, ma anche gli operatori di strada, per avvicinare le ragazze, cercare di sottrarle alle dinamiche dello sfruttamento, e invitarle a trasferirsi in un posto che eviti i conflitti sociali con i residenti, come ad esempio via dell’Elettricità, anche se potrebbero essere individuate anche aree diverse. Senza tutta questa serie di interventi l’ordinanza rischia di diventare inefficace nell’arco di poche settimane». Anche perché, ricorda Simionato, la maggior parte delle contrattazioni tra clienti e prostitute in via Piave avviene a piedi.

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