Zoggia: «Ingenerosi verso il Pd» Rosteghin: «Tutto sarà regolare»
Ultimi giorni di “campagna elettorale” per i tre aspiranti candidati sindaci del centrosinistra prima della disfida finale e ultime, frenetiche ore di lavoro per la commissione di garanzia del Pd per “blindare” da qualsiasi dubbio di regolarità le primarie di domenica 15 marzo, quando dalle 8 alle 20 tutti gli elettori residenti nel Comune di Venezia che lo vorranno, muniti di certificato elettorale e a condizione che si impegnino (con una firma) a votare per la coalizione di centrosinistra, sceglieranno chi tra Felice Casson, Jacopo Molina e Nicola Pellicani parteciperà alle elezioni di maggio.
Giorni anche di polemiche: i tre aspiranti sindaci non solo “se le danno” (politicamente) di santa ragione tra loro, ma non risparmiano critiche al Pd, annunciando che nessuno della vecchia guardia sarà nella loro giunta. E ieri il parlamentare Davide Zoggia ha twittato: «Troppa ingenerosità verso il partito in queste primarie di Venezia. Ridurre il partito a un tram in cui si sale e si scende, mah».
In queste ore, il collegio garanzia delle primarie - tre componenti, presidente Giampietro Capogrosso - sta intanto controllando uno a uno i documento dei 400 cittadini stranieri residenti in città e con regolare permesso di soggiorno che si sono preiscritti per il voto. «Per quanto mi riguarda, chiederò che 50 domande non siano accolte, perché l’indirizzo di residenza è illeggibile e non siamo riusciti a contattare le persone», commenta Capogrosso. Oggi la decisione. Il nucleo forte degli stranieri è composto da cittadini del Bangladesh. Tra i richiedenti preiscritti, anche 15 ragazzi italiani di 16 anni.
«Sappiamo bene che altrove ci sono stati problemi, ma da noi non ci saranno autobus di stranieri votanti», commenta il segretario comunale Manuele Rosteghin, «grazie al lavoro della commissione e di Capogrosso abbiamo messo in campo anticorpi robusti e domenica vigileremo. Non esiste in Italia l’esperienza di preregistrazione per gli stranieri e i minori che abbiamo adottato noi, per poter verificare una a una le loro posizioni. Tutti accorgimenti per evitare polemiche e mettere al centro la democrazia, come pure quello di fissare un tetto a 10 mila euro per le spese dei candidati, con pagamenti certificati che pubblicheremo online».
Domenica, dunque, si vota per la scelta del candidato sindaco del centro sinistra: tutti gli elettori potranno recarsi ai seggi (pubblicati anche sul sito www.nuovavenezia.it), muniti di certificato elettorale e documento, se pronti a firmare per il centrosinistra e versare 2 euro. «Serviranno a pagare le spese», spiega Rosteghin, «perché si vota nelle sezioni, e queste sono gratis, ma anche in sedi pubbliche che sono state affittate. Poi il costo per manifesti e schede: se avanzerà qualcosa, lo diremo». L’ultima volta, quando Giorgio Orsoni vinse su Gianfranco Bettin e Laura Fincato, votarono in 13 mila.
«Sono convinto sarà una bella giornata di festa, per l'intera città», commenta Rosteghin, «spero in una bella partecipazione di elettori del centrosinistra che vogliono essere protagonisti. Un percorso di coinvolgimento che finisce con le primarie, ma è iniziato dalla Festa democratica di Mestre, poi di Venezia, gli Stati generali con il tema partecipazione punto centrale della segreteria comunale Pd. Ora il confronto con la città sapendo che l'importante è la partecipazione: l'auspicio è che un numero forte di persone venga a scegliere il candidato sindaco e da lunedì tutti, attivi e uniti, si faccia campagna elettorale per il vincitore».
Nessun rischio che i perdenti si defilino, dopo le critiche reciproche? «No, hanno tutti firmato il regolamento per una collaborazione post primarie, la competizione finisce domenica, poi tutti insieme».
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