Zika virus, scatta l’allerta l’Asl 12 applica i protocolli

Zanzara pericolosa, in ospedale vigilanza particolare sulle persone con febbre provenienti da Paesi tropicali. Verifiche anche sui donatori di sangue

In provincia di Venezia non sono stati registrati casi di Zika virus, ma l’attenzione è massima. Tutte le aziende sanitarie del territorio stanno applicando i protocolli previsti dal Sistema sanitario nazionale e anche per questa forma di virus l’allerta è massima. Ne consegue che è stato inserito nelle ricerche abituali che vengono eseguite per altre forme virulente. «Attualmente la zanzara vettore dello Zika virus non vive nei Paesi europei, perché necessita di un clima tropicale», commenta Rita Finotto, direttore sanitario dell’Asl 12. «I casi verificati alle nostre latitudini sono casi “importati” da viaggiatori che sono stati contagiati nei Paesi che presentano questo clima. La vigilanza sulle persone è attuata in tutti i casi di persone che presentino stati febbrili compatibili con un’infezione virale, e un’attenzione rinforzata si riserva sui casi provenienti dall’estero, in particolare dai Paesi con clima tropicale. Si cerca quindi ogni possibile traccia dello Zika virus, così come si ricercano gli altri virus tipici delle zone tropicali e subtropicali, come ad esempio la febbre Dengue».

Ma i controlli non riguardano solo malati di cui si teme un eventuale contagio da Zika virus, perché le verifiche stanno interessando anche i donatori di sangue, come conferma la stessa dottoressa Finotto. «Quanto alla sicurezza delle trasfusioni, il Centro nazionale sangue stila e comunica periodicamente, circa una volta alla settimana, la lista dei Paesi in cui sono stati segnalati casi autoctoni di Zika virus. L’allerta viene inoltrata dal coordinamento regionale a tutti i centri trasfusionali e i donatori che rientrano dai Paesi segnalati nell’elenco vengono sospesi per 28 giorni dalla donazione».

I primi casi di questa forma virale sono stati individuati in tre cittadini britannici, rientrati in patria dopo essere stati in viaggio tra Sud America e Caraibi. Nel nostro Paese i casi sono ancora pochissimi, ma i primi risalgono al marzo dello scorso anno e sempre in persone che rientravano da viaggi oltre oceano. Finora tutti i casi di contagio su persone adulte si sono risolti senza conseguenze, quindi lo Zika virus viene classificato come virus non pericoloso, ma può diventarlo per i feti. Secondo alcuni esperti ci possono essere conseguenze serie con la nascita di bambini microcefalici, cioè con una malformazione del cervello o con ulteriori problemi a livello neurologico. Il tutto a seguito di un potenziale collegamento tra virus e feto dopo che, specie in Brasile, è stato verificato un legame tra donne che avevano contratto il virus in questione nei primi mesi di gravidanza, e neonati con dimensioni della testa fuori dalla norma.

Simone Bianchi

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