Zika, ecco cosa è il virus che colpisce i neonati

Il virus esiste dal 1947 ma comincia a preoccupare ora. Prende il nome, Zika, dalla foresta dell’Uganda dove è stato scoperto. L’infezione ha preso il via quando la zanzara che lo trasmette ha cominciato a pungere anche gli uomini. Ecco cosa c’è da sapere.
Come si trasmette. Tramite la zanzara Aedes. L’Oms, Organizzazione mondiale della Sanità, sottolinea che il ruolo di questa zanzara «è documentato e ben noto, mentre sono limitate le evidenze circa altre vie di trasmissione», vale a dire da persona a persona attraverso il sangue e lo sperma.
La diffusione. Dal primo caso segnalato in Brasile nel maggio 2015 il virus si è esteso in 21 Paesi americani. Ci sono due ragioni per la sua rapida diffusione: le popolazioni non erano mai state esposte e pertanto non erano immunizzate; le zanzare Aedes sono presenti in quasi tutti i Paesi della regione. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità «continuerà a espandersi e probabilmente raggiungerà tutti i Paesi e i territori delle Americhe». Le aree più a rischio oggi sono nella fascia tropicale dall’Asia, all’Africa fino all’America Centro-Meridionale.
In Europa. Sono comparsi i primi casi, secondari, in Europa. A ora, se ne contano quattro in Italia (già guariti), tre in Gran Bretagna, due in Spagna. Il virus è stato introdotto in Italia dal Brasile lo scorso marzo, dopo essere stato "trasportato" da un turista fiorentino di 60 anni che si era ammalato durante le ferie passate a Salvador de Bahia.
Il contagio. Zika potrebbe diffondersi in Italia perché la nostra zanzara tigre è molto simile a quella che trasmette questo virus
Sintomi. Sono simili a quelli di malattie come dengue e chikungunya, trasmesse sempre dalle zanzare Aedes, anche se più lievi: febbre, dolori articolari e muscolari, eruzioni cutanee, congiuntivite. Un’infezione da virus Zika potrebbe quindi passare inosservata o essere attribuita a uno degli altri virus. «Il 25% dei casi è asintomatico», spiega il virologo Frabrizio Pregliasco.
Diagnosi. «Ci sono esami specifici a livello di anticorpi e di tecniche di biologia molecolare», dice Pregliasco. Una volta fatta la diagnosi gli uffici di igiene delle Asl devono organizzare disinfestazioni vicino alla casa di chi si è ammalato per eliminare la zanzara tigre.
Cura e vaccino. Al momento non esistono né una cura né un vaccino.
Neonati microcefali. Il virus sarebbe responsabile di un incremento riscontrato in Brasile di neonati microcefali, vale a dire con la testa più piccola del normale. Si sta studiando la relazione ma al momento non esistono prove scientifiche del nesso.
Precauzioni. «Il virus ha sintomi generalmente lievi - spiega Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità -, ma è stato associato all’aumento di venti volte dei casi di idrocefalia in Brasile. Se una persona deve viaggiare in quei paesi dovrebbe evitare le punture di zanzara, mentre una donna incinta sarebbe meglio li evitasse del tutto se può». Il Center for disease control degli Stati Uniti e l'Organizzazione mondiale della Sanità sconsigliano il turismo nelle zone a rischio a chi è incinta e invitano a prendere preucazioni contro le zanzare.
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