Zaggia Strumenti verso la chiusura: "I siti come Amazon ci hanno ucciso"
VENEZIA. Quel cartello non lo voleva né vedere, né prendere in mano. Era troppo forte il dolore che provava nel leggere quelle due parole: «Cedesi attività». Così a un certo punto Elena, moglie di Claudio Zaggia, si è fatta coraggio e lo ha attaccato lei.
Sono passati quattro giorni da quando nello storico negozio Zaggia Strumenti Musicali di Campo San Provolo è affisso quel tristissimo foglio bianco. Questa volta la colpa non è dell’aumento dell’affitto, ma peggio: mancano i giovani e le piattaforme che vendono strumenti musicali hanno stritolato i negozi come questo.
Su Internet, senza le spese di chi va fisicamente a comprare la merce dal grossista per verificarne la qualità con le proprie mani, i prezzi sono bassissimi. C’è poi un terzo motivo, che fa ancora più male ammettere: «Sono cambiati i valori» raccontano Claudio ed Elena «Si spendono magari dieci euro per bere gli spritz, ma poi si fa polemica su qualche centesimo di differenza sui prezzi che si vedono online e su quelli che abbiamo noi o per comprare uno strumento si cerca sempre di spendere il meno possibile. Il mondo è cambiato e non lo riconosciamo più. Una volta qui fuori c’era la coda e noi facevamo il fatturato più altro di tutto il Nordest».
Gli interni sono ancora di legno scuro in stile anni Sessanta. Il negozietto, dove spiccano il poster di «Heroes» di un giovanissimo Dadid Bowie e quello di «Abbey Road» dei Beatles, raccontano una storia lunghissima. Parte di una parete vicino alla cassa è ricoperta degli idoli del jazz della coppia che, con orgoglio, ricorda le date dei concerti. Qui non solo si vendeva, ma capitava di vedere entrare musicisti del calibro di Keith Richards o Richard Galliano. Zaggia è qui da 30 anni, quando c’erano i mitici fratelli Regazzo, ormai mancati: Ivo (famosissimo fisarmonicista), Oddo e Renzo. «Prima di loro qui c’era una scuola musicale, era del maestro Umberto Grossato, papà del compositore Bruno Maderna» prosegue Zaggia, tra i pianisti dei Joy Singers «Questo luogo è pieno di musica ovunque e non ho avuto il coraggio di attaccare il cartello fuori perché proviamo entrambi una grandissima tristezza».
La crisi del 2008 è stata il primo colpo, ma sono riusciti a superarla nonostante ci sia stato un grande calo. Quello che davvero ha reso la caduta vertiginosa e senza speranza sono stati i portali che vendono strumenti su Internet. «A volte entrano persone con il telefono in mano e la foto presa da qualche sito dove si legge il prezzo inferiore» spiega Zaggio «Loro credono che noi vogliamo fregarli, ma non è proprio così. Gli ultimi due anni, complice anche lo spopolamento e la diminuzione dei giovani, è stata una sofferenza continua». Zaggia è l’unico che vendeva strumenti moderni, ma nemmeno questo è stato sufficiente. «Non voglio ridurmi a lottare contro i mulini a vento» conclude, domandandosi che cosa potrà inventarsi a 55 anni per il suo futuro «Ci vorrebbe un miracolo affinché tutto questo non accadesse e quanto lo vorremmo. Ci si spezza il cuore a lasciare questo negozio, è un pezzo della nostra vita, anzi, è la nostra vita».
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