Zaccariotto lancia la sfida e si candida a sindaco
MESTRE. "Vi dovete incazzare, capito? Andate alla finestra e urlate: sono incazzato!".
Lo strappo di Francesca Zaccariotto - ex presidente della Provincia e ex sindaco di San Donà, decisa a correre per la carica di sindaco di Venezia - arriva dal palco dell'ex Ramada. Effetti speciali e la proiezione del famoso film di Sidney Lumet "Quinto potere" con Peter Linch che arringa la folla dai microfoni tv e invita a ribellarsi. Musica e applausi.
Zaccariotto ha rotto gli indugi e sfidato i suoi ex compagni della Lega - che non la vogliono - e gli alleati del centrodestra, che dovrebbero decidere in settimana. Ha radunato 400 fedelissimi nella sala convegni del Russott a San Giuliano e annunciato ufficialmente il suo progetto politico. Si chiama "Venezia domani" e ha già incassato l'appoggio del sottosegretario del governo Renzi Enrico Zanetti (ex Scelta civica) e della sua lista Civica2015. In sala c'è mezza giunta Zaccariotto, sciolta insieme alla Provincia proprio dal governo Renzi. Ex leghisti e imprenditori, qualche esponente di Forza Italia e di Fratelli d'Italia.
Zaccariotto attacca ad alzo zero la giunta Orsoni. "Meno male che è arrivato lo scandalo Mose", dice, "altrimenti sarebbe andato tutto avanti come prima. Invece adesso ci dobbiamo muovere, cambiare. Non dobbiamo aver paura di perdere". Sotto tiro le scelte della passata amministrazione in tema di bilancio, di vendita delle azioni Save ("Il Comune ci ha rimesso 45 milioni di euro"), Attacco anche sul Lido e la vendita del patrimonio. Mano tesa ai separatisti ("Il referendum va fatto, decidere che a guidare la Città metropolitana dev'essere il sindaco del capoluogo è stata un'usurpazione della sinistra"). Infine un richiamo alla sicurezza e una punzecchaiata agli avversari: "Sono in gara ma hanno lo stesso programma. Per guidare questa città ci vuole gente esperta, non possiamo provare con gli apporendisti".
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