Zaccariotto incastrata dalle intercettazioni
A incastrare la presidente leghista della Provincia sarebbero state alcune intercettazioni telefoniche. L’indagine su Francesca Zaccariotto è conclusa: i pubblici ministeri Carlotta Franceschetti e Walter Ignazitto hanno depositato gli atti e si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio dell’ex sindaco di San Donà, di Luciano Maritan, il pregiudicato sandonatese nipote del boss Silvano, e della dirigente comunale Eugenia Candosin, all’epoca dei fatti responsabile del personale, tutti accusati di concorso in abuso d’ufficio e falso ideologico. Ieri, i difensori dei tre indagati, gli avvocati Renzo Fogliata, Piero Barolo e Annamaria Marin, hanno chiesto le copie degli atti dell’inchiesta della Procura: adesso la parola passerà al giudice dell’udienza preliminare che dovrà valutare se le prove e gli indizi raccolti dagli investigatori dei Carabinieri sono sufficienti a mandare i tre sotto processo.
Il primo a parlare della vicenda agli inquirenti era stato Luca Fregonese, il collaboratore che ha “incastrato” Luciano Maritan e gli altri della banda sandonatese della cocaina. È lui che ha parlato anche dell’ex sindaco Francesca Zaccariotto. Avera raccontato ciò che Maritan gli aveva riferito sul conto dell’'esponente politico della Lega Nord. «Cianetto», secondo il collaboratore, sosteneva che tra lui e il sindaco c'era amicizia e che per quel lavoro di guardia parco Francesca Zaccariotto gli aveva dato una mano. Ed è proprio dalle sue dichiarazioni che gli investigatori sarebbero partiti per compiere gli accertamenti sulla graduatoria per quel lavoro a tempo determinato che Maritan era riuscito a ottenere, intascando cinquemila euro. Eugenia Candosin, in qualità di responsabile del personale aveva seguito la pratica che riguardava l’assunzione a tempo determinato di Luciano Maritan. Per alcuni mesi gli era stato assegnato l'incarico di guardia parco: stando alle accuse, sarebbe stato preferito ad almeno altre venti persone che lo precedevano nella graduatoria. I carabinieri del Nucleo investigativo di Venezia avevano compiuto due visite negli uffici del Municipio, per acquisire carte e documenti. Oltre alle carte si sono aggiunte le intercettazioni telefoniche, le quali avrebbero confermato che l’allora sindaco aveva fatto pressioni perché l’incarico fosse dato a Maritan.
L’indagine principale, quella sul traffico di droga, è già giunta al termine, visto che la maggior parte degli indagati ha chiesto o sta chiedendo di patteggiare la pena prima di arrivare all’udienza preliminare. Tre di loro hanno già raggiunto l’accordo con i rappresentanti dell’accusa: due anni e due mesi di reclusione ciascuno hanno patteggiato Fregonese e Bernardo Litrico, l’altro imputato che ha deciso immediatamente dopo l’arresto di raccontare ciò che sapeva, mentre due anni e otto mesi ha patteggiato Lodovico Manzo.
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