Zaccariotto contro la “Zanzara” i conduttori le fanno uno scherzo
Dopo il sindaco Luigi Brugnaro, ora tocca all’assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto. Rapporto tormentato tra radio e informazione per gli esponenti della nuova giunta. E se Brugnaro aveva polemizzato a suon di insulti su Radio Capital con il giornalista Vittorio Zucconi sulla delicata questione dell’utero in affitto, gli “avversari” di Zaccariotto sono invece i conduttori del programma satirico “La Zanzara” su Radio24, Giuseppe Cruciani e David Parenzo.
Ad aprire le ostilità è stata l’ex presidente della Provincia ed ex sindaco di San Donà sul suo profilo Facebook, criticando duramente la trasmissione e i suoi conduttori. «Una cosa da dementi. Turpiloquio a volontà», scrive l’assessore, «offese, genitali a go go, ecc. ecc. (tutto in negativo) ascoltatori che telefonano e se ne fanno dire di tutti i colori, si fanno sbeffeggiare, offendere e, il bello, è che quasi tutti iniziano complimentandosi con i conduttori che, a stretto giro, li mandano letteralmente a “c.....” (scusate il francesismo) e gli danno dei deficienti». E più avanti: «Ho cercato le immagini dei due “signori” Uno mi sembra un pochino “onto”, l’altro un “esaltato”. Questi i personaggi di successo ... hanno ottenuto il massimo risultato... vivono, ridicolizzano e offendono chi gli dà da mangiare. In un Paese “normale” li manderebbero a spalare “sterco”, da noi vengono pagati ... profumatamente. Grande Italia».
La “vendetta” di Parenzo e Cruciani arriva nella trasmissione del giorno dopo, facendo telefonare alla Zaccariotto - che “abbocca” - da un sedicente presidente - veneto - del Comitato per la liberazione della Zanzara. E lei, stimolata dall’interlocutore, ha confermato tutte le sue critiche su Cruciani e Parenzo, definiti “merdacce”. E i due in trasmissione hanno invitato Zaccariotto a parlare piuttosto della sua condanna emessa dalla Corte dei Conti a pagare 50 mila euro per la nomina di un segretario senza i necessari requisiti, quando era sindaco a San Donà.
A mente fredda, però, l’assessore tiene il punto. «Visto che non mi avrebbero fatto parlare in trasmissione», dichiara, «ho scritto sul mio profilo Facebook un post su quella trasmissione che trovo altamente diseducativa anche per i giovani ed espressione dell’Italia peggiore. L’ho fatto chiaramente e alla luce del sole, da persona libera e non sono invece ricorsa ai mezzi tipici di Parenzo e Cruciani di una telefonata falsa e privata, per incitare le persone a dire le cose peggiori, per poi renderle pubbliche. Un fatto di cui verificherà la legittimità, ma in ogni modo nel mio caso non ci sono riusciti, perché non ho usato parolacce e “merdacce” è legato al loro modo di agire. La condanna? La stessa Corte dei Conti scrive che la responsabilità di quella nomina doveva prenderla il direttore generale che non l’ha fatto. Mi sono comportata come Renzi, correndo i rischi di ogni amministratore nelle sue funzioni, e in ogni caso ho già fatto ricorso, vedremo come andrà a finire».(e.t.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia