Yaba, altre 300 pasticche sequestrate. Due bengalesi in manette

Pericolose metanfetamine importate direttamente dal Medioriente e distribuite al mercato dei giovanissimi tossicodipendenti veneziani, spesso inconsapevoli delle terribili conseguenze

Spinea. A distanza di un mese, altro colpo inferto allo spaccio della cosidetta “droga di Hitler”: i carabinieri arrestano due bengalesi e sequestrano oltre 300 pasticche di Yaba.



La notte tra venerdì e sabato i militari hanno tratto in arresto per possesso ai fini spaccio di sostanze stupefacenti due cittadini bengalesi Razib Mollah, 20enne, e Md Shakhawat Hossain, 25enne, domiciliati in terraferma ed attivi sul mercato mestrino degli stupefacenti.

Una operazione che rientra nello slancio investigativo dell'Arma veneziana contro lo spaccio di droghe e in particolare di pericolosissime metanfetamine denominate convenzionalmente “Yaba” e – come ha dimostrato l’arresto del mese scorso – importate direttamente dal Medioriente e distribuite al mercato dei giovanissimi tossicodipendenti veneziani, spesso inconsapevoli delle terribili conseguenze che queste sostanze hanno sul corpo umano, una volta terminato l’effetto di euforia ed onnipotenza che provoca il principio attivo.

I carabinieri avevano acquisito notizie su un soggetto di origini straniere, che si occupava dello spaccio al dettaglio in zona centrale di Mestre, in particolare tra le vie Piave, Cappuccina e Monte San Michele. I militari hanno monitorato e approfondito le mosse seguite da alcuni bengalesi che entravano e uscivano dal centro di Mestre, per recarsi come normali pendolari presso il domicilio, posto strategicamente a Spinea. Le attenzioni sono gravitate sul giovane bengalese Mollah, regolarmente residente a Mestre.

Una volta verificato che l’operazione potesse compiersi in una cornice di perfetta sicurezza, è stato bloccato mentre sostava in via Montesanto, parallela a via Piave. Lo spacciatore, ormai consapevole di essere caduto nella trappola ben congegnata, seguiva i carabinieri in caserma, non prima della rituale perquisizione personale che permetteva il rinvenimento di 160 pasticche suddivise in tre involucri e di una discreta quantità di denaro, giustificata soltanto dalla probabile attività di spaccio in corso. La perquisizione domicilare ha permesso di trovare nell'abitazione un numero analogo di pastiglie e altro denaro. I due bengalesi sono stati dichiarati in stato di arresto per spaccio di sostanze stupefacenti e tradotti presso il carcere Santa Maria  Maggiore di Venezia.

 

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