“Water art”, la laguna diventa un merletto
BURANO. Cos’è la laguna di Venezia se non un grande e fantasioso merletto? L’artista veneziana Maria Grazia Rosin se n’è accorta sorvolando le barene e notando che fra i loro canaletti naturali ci sono disegni, forme geometriche, incastri di linee e motivi che si ripetono all’infinito. Ed è proprio dal delicato e affascinante equilibrio della laguna che nasce l’affascinante progetto di “Water art” ideato da Rosin, che ha deciso di trasformare questi intrecci virtuosi in merletti ad ago veri e propri. Il sogno finale è quello di riprodurli sulle barene usando le reti da pesca dell’isola di Burano, note per essere il risultato di un’ancestrale tecnica di lavorazione. Da oggi al 27 luglio, al museo del Merletto di Burano, diretto da Chiara Squarcina, si può ammirare l’installazione che descrive il progetto, realizzato con l’indispensabile collaborazione di Sandra Mavaracchio, maestra merlettaia che, con ago e filo - non bianco, ma colorato - ha trasformato in merletto la “pelle” delle barene.
L’installazione è un work in progress da apprezzare, perché concilia l’ambiente, la sua bellezza e la sua fragilità con la preziosa, e altrettanto delicata, arte del merletto di Burano. Il titolo della mostra, “Merletto Frattale-Fractal Lace 2014”, invita a cogliere la magia matematica dei motivi virtuosi e “frattali” che, bagnati e scolpiti dall’acqua, si ripetono all’infinito ispirando lo studio di nuove forme. «È un progetto che, con la collaborazione di architetti paesaggisti, può essere realizzato fisicamente sulle barene», spiega l’artista Rosin. «L’obiettivo è riprodurre un macro- centrino creato con filati compatibili all’ambiente, tenuto teso e aderente alla barena con dei picchetti». Il reticolo del macro manufatto, così incastonato nella barena, condizionerà con garbo la crescita del fitto manto erboso, il “baro”, che nelle diverse stagioni prenderà i colori del limonium e dell’erica, che Sandra Mavaracchio ha già rappresentato con un ricamo a varie sfumature di viola. Il progetto, presentato ieri, è stato esposto una prima volta, nel 2013, a San Francesco del Deserto, in occasione della 55ª Biennale d’Arte.
Ora lo si può conoscere nel Museo del Merletto di Burano, il cuore di un’arte antica che sa rinnovarsi e abbracciare il contemporaneo grazie a iniziative come questa. Visitando la mostra, si coglie l’occasione per ammirare, dal vivo, il lavoro delle tante abili merlettaie che coltivano con passione i segreti della lavorazione ad ago. Molto successo e partecipazione hanno avuto, di recente, il corso nazionale del merletto e quello organizzato a San Lorenzo dall’associazione “Olivolo”, prossimo alla conclusione.
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