Vuitton apre la Maison di borse, lusso e cultura

Ieri l’apertura della boutique di 1200 metri quadrati nell’ex cinema San Marco In serata la festa per 200 ospiti alla Biblioteca Marciana con Isabella Rossellini
Di Manuela Pivato

Più di una boutique, un intero palazzo. Più di un palazzo, un ex cinema e poi un’ex libreria e ora, dopo due anni di lavori, la Maison Louis Vuitton in tutta la sua sontuosità, con scalinata da reggia di Versailles, pavimento in piastrelle di stalattite scura e spazio culturale al terzo piano dove - con entrata e ascensore indipendenti – i veneziani potranno consolarsi per la perdita del cinema e della Mondadori con mostre, eventi, conferenze.

Comme il fault l’inaugurazione di ieri iniziata a mezzogiorno dietro un cordone di sicurezza e proseguita in serata con una cena nella Libreria sansoviniana della Marciana tra un bouquet di belle signore – Isabella Rossellini, Eva Riccobono, Delfina Delettrez – il presidente e amministratore delegato del Gruppo Michael Burke, il presidente di Louis Vuitton per il Sud Europa Geoffroy van Raemdonck e i 200 ospiti che avevano ricevuto il cartoncino d’invito spesso cinque millimetri.

«Il nostro rapporto con Venezia è sempre stato fortissimo perchè è un punto d’incontro tra Occidente e Oriente, una città antica e modernissima, il simbolo stesso del viaggio e dell’apertura verso altri mondi, il connubio perfetto tra passato, presente e futuro – spiega van Raemdonk – e questo negozio è così grande perchè vuole raccontare tutta la storia del nostro marchio».

Grande non è esatto. Trattasi infatti di oltre 1.200 metri quadrati distribuiti su tre piani e per ogni piano un pezzo dell’universo Vuitton: la valigeria, i bauli, i bauletti, i trolley (sui 3 mila euro), la borsa porta-cane (1.700 euro per cani piccoli), i beauy case, i porta abiti a piano terra; l’uomo al primo piano; l’abbigliamento e la pelletteria donna al secondo in un tripudio di monogrammi, vernice, pelle epi, damier incastonati tra nicchie di rovere chiaro e di lacca decorta con righe d’ottone dorato, inclusa la collezione di Petit Noè, la borsa creata 80 anni fa per un produttore di champagne che voleva andare in giro con cinque bottiglie senza sembrare un ubriacone e ora dedicata all’apertura della Maison veneziana.

Per lo sbarco in laguna, nel cuore di un luogo carissimo ai veneziani ma dal destino inquieto, il marchio francese si era mosso con mesi di anticipo allacciando con la Fondazione Musei una partnership che li vedrà impegnati fianco a fianco nel restauro di opere che se la passano maluccio e che, dopo la remise en forme finanziata dal Gruppo, saranno presentate alla città al terzo piano della Maison.

Non è la prima cortesia che Vuitton riserva alla città. Nel 2010, con Venetian Heritage, aveva sostenuto il restauro della Pala d’altare della chiesa di San Salvador; nel 2011 quello del Padiglione Venezia ai giardini della Biennale. A Fiesso d’Artico, in Riviera del Brenta, Vuitton ha insediato il proprio atelier calzaturiero dove lavorano 400 persone e di questa una, che si chiama Claudia ed era un filo emozionata, ieri mattina cuciva a mano con ago e filo i mocassini morbidi come guanti di capretto. Da oggi le giapponesi saranno già in fila.

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