Vtp, in vendita le quote del Porto ma soci divisi sulla strategia
Via libera al bando di gara per la vendita delle azioni Vtp. Ma tra i soci non c’è intesa sulle modalità. Tanto che un accordo ipotizzato qualche settimana fa tra i soci di maggioranza (la Finanziaria regionale Veneto Sviluppo e l’Apvs) e i soci di minoranza (i privati e Save) è saltato. È stato lo stesso presidente di Apvs, Ugo Campaner, a comunicarlo con una lettera ai soci. Ma la procedura di vendita va avanti, dopo il via libera del Comitato portuale il 24 ottobre scorso. Ieri mattina il Cda ha approvato lo schema di bando di gara. Entro l’anno potrebbe essere pubblicato e l’operazione avviata.
Ma ci sono ancora molti punti da chiarire. Vtp (Venezia terminal passeggeri) è la società delle crociere creata dall’Autorità portuale - che ne è azionista - nel 1997. Un “conflitto di interessi” più volte sollevato, perché il controllore (il Porto) è anche controllato, in quanto azionista della stessa società. Qualche mese fa il governo ha sollecitato la soluzione del problema. Così il Porto ha deciso di mettere in vendita la sua quota. Che era stata unificata con quella di Veneto Sviluppo, la Finanziaria della Regione. La società Apvs così creata (66 per cento del Porto, 33 per cento della Regione) detiene la maggioranza delle quote, il 53 per cento di Vtp. Il rimanente è di proprietà della Save di Enrico Marchi (22,18 per cento), dei privati di Finpax (22,18) della Camera di commercio veneziana (2,54 per cento). Il valore della società è stato continuamente in crescita negli ultimi 15 anni, visto il crescente successo dell’attività croceristica.
Oggi Vtp vale sul mercato circa 50 milioni di euro. La quota in vendita del Porto vale circa 18 milioni. «Venderemo al migliore offerente», dice il presidente del Porto Paolo Costa, «ma la Regione ha il diritto di prelazione, se vuole può acquistare allo stesso prezzo».
Un’operazione complessa, che molti hanno visto fatta su misura per Save, la società aeroportuale a maggioranza pubblica passata qualche anno fa sotto il controllo del privato Enrico Marchi che aveva acquistato le quote della Regione di Galan diventando socio di maggioranza. Save avrebbe espresso interesse per le quote, naturalmente immaginando di allargare la sua base azionaria fino a raggiungere la maggioranza. Un patto di governance che la Regione potrebbe garantire, firmando come era emerso qualche settimana fa un patto con gli altri soci. Un patto giustificato dall’esigenza di «non far cadere la società in mani straniere», o di compagnie crocieristiche. Che però incontra ostacoli di natura legale, oltre che politica. Il sindaco Luigi Brugnaro ha espresso la volontà di partecipare all’asta, perché il Comune possa avere «voce in capitolo sulle grandi scelte strategiche dell’area». La partita è appena all’inizio.
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