Vtp, controllo pubblico a termine Regione pronta a cedere le quote
Se gli azionisti di minoranza di Venezia Terminal Passeggeri (Vtp spa) non eserciteranno a loro volta il diritto di prelazione per l'acquisto delle azioni messe in vendita dall'Autorità Portuale (Apvs), il controllo pubblico del terminal è assicurato, ma l'anno prossimo - dopo le tre fasi del nuovo assetto della governance - la finanziaria della Regione (Veneto Sviluppo) potrebbe cedere l’intera quota azionaria di maggioranza alle compagnie di crociera.
Prima fase. All'indomani della decisione della Regione di esercitare - attraverso la controllata Veneto Sviluppo spa - il suo diritto di prelazione sulle azioni di Apvs messe in vendita dall'Autorità Portuale e diventare così azionista di maggioranza di Vtp spa, vengono posti i primi dubbi sulla reale intenzione del presidente regionale Luca Zaia, di «garantire una strutturale maggioranza pubblica stabile in Vtp».
Il dubbio è più che lecito visto che il consiglio regionale aveva votato all'unanimità la mozione presentata dal consigliere del Pd Bruno Pigozzo che impegnava la Giunta regionale «a esercitare le prerogative di indirizzo che le sono proprie nei confronti di Veneto Sviluppo spa, ribadendo la natura strategica dell'investimento in Venezia Terminal Passeggeri» in modo da «garantire la regia pubblica per un’infrastruttura di rilevanza unica per Venezia ma per tutto il territorio regionale».
Seconda fase. La decisione presa l'altro ieri dal consiglio di amministrazione di Veneto Sviluppo (di cui fanno parte, con quote di minoranza, una decina di banche) lascia aperta un’opzione che va nel senso opposto a quella indicata dal consiglio regionale. Veneto Sviluppo si è garantita il 51% delle azioni di Apvs - la società che, a sua volta, ha una quota azionaria maggioritaria (53% in Vtp spa) - mentre il 48% di Apvs è destinato alle compagnie crocieristiche di Venezia Investimenti che hanno manifestato la volontà d'acquisto offrendo poco più di 24 milioni di euro per l’acquisto dell’intera quota di Apvs oggetto di cessione.
Sempre che, come prevede il Codice civile, gli azionisti di minoranza non esercitino a loro volta il diritto di prelazione. Il diritto di prelazione spetta, entro i prossimi 30 giorni, per primo all’Autorità portuale che, però, non lo eserciterà visto che è stato proprio l'ente presieduto da Paolo Costa e mettere in vendita le sue azioni (il 65,98%) detenute in Apvs, tenendo per sè solo un simbolico 1%. In seconda istanza la prelazione spetterà sia a Finpax srl (la società dei portabagagli che però sembra non aver trovato un accordo interno e le risorse economiche in tal senso) che a Save spa (il gestore dell’aeroporto che al momento non ha detto cosa vuole fare) e la Camera di Commercio che, tuttavia, per statuto non può comprare nuove azioni. Al momento nessuno dei tre azionisti di minoranza ha manifestato un tale interesse, quindi sembra scontata l'assegnazione dell'intera quota del 48% di Apvs messa in vendita da Veneto Sviluppo, nelle mani delle compagnie crocieristiche di Venezia Investimenti (Costa Crociera, Msc, Royal Caribbean e Global Liman).
Terza fase. Ma ci sarà un’ulteriore fase - tra maggio 2017 e novembre 2018 - in cui, secondo molti consiglieri regionali, Veneto Sviluppo potrebbe cedere la maggioranza assoluta di Vtp a Venezia Investimenti. Il consiglio di amministrazione della finanziaria regionale, presieduto da Massimo Tussardi, l'altro ieri, oltre a decidere di esercitare il diritto di prelazione su Apvs, ha deliberato che Venezia Investimenti srl verserà a Veneto Sviluppo circa 17,5 milioni di euro per l’acquisto del 48% delle quote, con facoltà per la Finanziaria regionale nel periodo compreso fra il 15 maggio 2017 e il 15 novembre 2018 di cedere a proprio insindacabile giudizio una percentuale variabile fra il 3% e il 51% del capitale di Apvs alla stessa Venezia Investimenti che garantisce con una fideiussione bancaria a prima richiesta questa seconda fase dell’operazione».
Ciò significa che le quattro compagnie di crociera che utilizzano il terminal di Santa Marta potrebbero diventare anche i controllori e gestori del terminal stesso, determinando un monopolio che certo non piacerà alle altre compagnie e potrebbe mettere all’angolo qualsiasi interesse pubblico nel settore.
«Siamo soddisfatti per la decisione presa da Veneto Sviluppo in coerenza con la mozione unanime del consiglio» commenta dice Bruno Pigozzo «ma non possiamo non rilevare che l’opzione votata dalla finanziaria regionale di poter vendere la quota di maggioranza di Vtp contraddice tutto ciò».
Cosciente dei dubbi dei consiglieri regionali, ieri il presidente di Veneto Sviluppo, Tussardi, ha scritto al presidente Zaia dicendosi pronto ad andare in Consiglio per spiegare adeguatamente i contenuti di tutta l’operazione.
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