I voti dei bengalesi contesi dai partiti: ecco cosa sta succedendo
C’è fermento nella comunità, in vista delle amministrative. E i nuovi cittadini potrebbero cambiare le sorti delle elezioni

Comunità bengalese in fermento, in vista delle elezioni comunali. Tra gli immigrati e gli ex stranieri che oramai sono diventati cittadini italiani, i più appassionati di politica sono proprio i bengalesi, non solo una delle comunità più numerose in città, ma anche quella che anziché disertare la politica, la pratica con fervore, sia in patria che in città.
E proprio loro sono divisi per appartenenza ai vari partiti politici in Bangladesh, che vengono riproposti nel territorio dove abitano.
Ecco perché, in vista delle amministrative in comune di Venezia, tra i temi che tengono più banco tra di loro, c’è proprio quello legato alla rappresentanza politica territoriale. Ad avere fatto un passo avanti ed essere uscito allo scoperto, è Prince Howlader, volto di Giovani per l’Umanità, tra gli organizzatori, un paio di anni fa, della manifestazione “Riprendiamoci la città”, con la quale si è fatto conoscere, assieme ai tornei di cricket e alle attività associative nelle quali è sempre stato impegnato.

Howlader si è avvicinato a Fratelli d’Italia, è entrato nel coordinamento cittadino e fa politica attiva, anche se non ha ancora deciso nulla in merito a un candidatura. Ma ha le idee chiare: «Sono cittadino italiano, certo mantengo le mie origini straniere e per questo capisco bene gli immigrati le difficoltà e i bisogni. Il mio desiderio è incidere concretamente nella società, ponendomi obiettivi realistici e fattibili. Sogno, ma a occhi aperti».
Prosegue: «Voglio impegnarmi per i giovani e gli anziani, i diritti di tutte le fasce d’età, sociali civili e religiosi».
Dall’altra parte c’è Kamrul Syed, da molti anni radicato in città, presidente della Venice Bangla School, organizzatore di iniziative culturali, a lungo portavoce unico della comunità, conosciuto per il suo impegno e la sua passione. Kamrul è da sempre legato al centrosinistra, anche se non ha ancora formalizzato la sua candidatura. Ed è forte di uno zoccolo duro, di italiani e di bengalesi, che lo seguono e lo vorrebbero vedere eletto.
E poi ci sono le figure emergenti, gli imprenditori, nel campo della ristorazione e degli appalti, che più di qualcuno auspica entrino nella mischia. Tra loro c’è Md Jahangir Alam, bengalese titolare dell'Autoespresso di Marghera, che sta per aprire l’ennesimo hotel proprio a Mestre. Che però sostiene di non avere tempo per la politica: «Ci ho riflettuto, ma penso porterebbe via troppo tempo al business e alla mia famiglia» spiega «ma ciò non toglie che continuerò a impegnarmi per la comunità».
In tanti vorrebbero vedere candidata Afren Rhitu, giovane bengalese, architetto, professionista e ingegnante di italiano ai bengalesi con centinaia di migliaia di visualizzazioni social. Una voce ascoltata e apprezzata oltre che rispettata, tutti le chiedono consigli e la invitano a ogni cerimonia ufficiale. Una situazione dunque ancora molto fluida, anche perché manca ancora diverso tempo e la geografia delle relazioni, nella comunità, è in contino cambiamento.
La scorsa tornata elettorale, ricordiamo, è stato eletto Alì Afay, bengalese, consigliere della municipalità di Mestre tra le fila del Partito democratico. Non era l’unico, c’era anche chi si era candidato per entrare in Consiglio comunale.
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