«Votate e scegliete il male minore»
CHIOGGIA. «Ognuno deve soppesare quale male minore scegliere superando la tentazione di non scegliere, altrimenti mettiamo il nostro voto a disposizione di chi non vorremmo». Il vescovo di Chioggia, monsignor Adriano Tessarollo, punta il dito contro politica e partiti, sintetizzando in un post pubblicato su Facebook quello che in tanti pensano e si sente ripetere ovunque, dalle corsie dei supermercati alla sala d’attesa del medico. In una campagna elettorale urlata che sembra voglia confondere i cittadini , il vescovo invita, nonostante lo sconforto generale per la pochezza di contenuti dei politici che definisce “inetti” e delle proposte, a farsi forza e andare alle urne anche con il mal di pancia. Come dargli torto, verrebbe da dire. «È fatica scegliere a chi dare il voto. Dovunque ti giri trovi ragioni di dubbio. I livelli sono vari». Il vescovo prova a elencarli: «Nessuno ha proposto programmi di “impegno” di serie riforme che da decenni sono attese. C’è da parte di tutti mancanza di idee e di buona volontà. Lasciamo tutto com’è o per ideologia o per comodo o per incapacità». «Ciascuno si è sbizzarrito in promesse di miliardi da distribuire senza avere il coraggio di dire a chi toglierli», ragiona il sacerdote, «è stata votata una legge elettorale che rivela l’incapacità legislativa di gente inetta e che pensa principalmente a prevedere come trarre vantaggio di partito e di persone».
«Dovunque», prosegue, «ci sono candidature che per varie ragioni non dovrebbero esserci, per merito e competenze, ma ci sono solo per certi interessi personali, di lobby, o di partito. Candidature proposte su collegi che per “abitudine acritica” votano comunque in un certo modo, anche se gli proponi illustri sconosciuti o indegni sotto tanti punti di vista».
Tessarollo se la prende con chi, anziché snellire una burocrazia che uccide, pensa a complicarla: «Non ho sentito nessuno che proponesse una semplificazione legislativa che potesse ridurre quella massa di leggi e decreti che irretiscono la vita sociale ed economica che smorza l’iniziativa e la promozione del lavoro e della produttività che crea occupazione». Un fatto preoccupante: «In tanta confusione legislativa i giudici, con lo stesso corpo legislativo, posso emettere sentenze addirittura contrarie sullo stesso evento con sensazione di smarrimento e di sfiducia da parte della popolazione». «Più che guardare avanti e aprire a cultura di pace e di collaborazione tra sensibilità culturali e politiche diverse», sottolinea ancora, «si è indugiato a rinfocolare le solite ideologie che da 70 anni costituiscono luogo di lotta aperta tra irriducibili che poi alle spalle della gente trovano accordi vantaggiosi per ciascuna parte». Manca, infine, il contenuto: «Pochi hanno avuto il coraggio di dire chiaramente di che società intendono farsi promotori, di che famiglia, di che Stato stanno parlando». Il vescovo invita a mettere la crocetta sul meno peggio: «Ognuno deve soppesare quale male minore scegliere superando la tentazione di non scegliere, perché se non scegliamo noi scelgono quelli che votano per abitudine o rabbia, e i partiti su queste persone contano per i collegi sicuri». Un’avvertenza: «Sarà bene capire come si vota per non rendere nullo il voto e metterlo a disposizione di chi non vorremmo».
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