Voragine in giardino, due case evacuate
Un buco in giardino. Una voragine profonda una quindicina di metri, con una bocca del diametro di tre, a Pieve di Cadore, in via Galghena, tra le frazioni di Tai e Sottocastello, in provincia di Belluno. Vacanza rovinata, di conseguenza, per tre coppie di mestrini.
Una parte del prato è come crollata su se stessa per 350 metri cubi di materiale. Che non è uscito da nessuna parte: era un tappo ed è diventato fondo. È successo nella notte fra mercoledì e giovedì, nello spazio tra due seconde case frequentate da tre coppie di turisti mestrini, che ogni estate arrivano a Pieve di Cadore per un periodo di vacanza. Le villette sono state evacuate e hanno i sigilli sulle porte; la zona è stata transennata, la strada di collegamento tra le due frazioni chiusa e si è provveduto anche a tagliare un albero: questi i primi interventi dei vigili del fuoco del distaccamento di Tai, dei carabinieri di Pieve e del sindaco Maria Antonia Ciotti. C’erano anche i geologi della Provincia, Stefania Bassani e Rizzieri Mezzomo, che hanno cominciato le loro indagini, per capire come sia potuto succedere.
Intanto, si è provveduto a incaricare uno studio di geologia, che già oggi sarà sul posto: si aspettano spiegazioni da quell’improvviso buco e dal suo contenuto. Tra le ipotesi, quella che il terreno sia composto da gessi solubili con tutta la pioggia degli ultimi tempi. Ecco perché si sarebbe sgretolato, cadendo. La chiamata ai vigili del fuoco è partita alle 10.24, quando le famiglie Veronese e Cosmo si sono accorte che un pezzo di giardino, sotto una pianta, non c’era più. Sparito, come se l’avessero rubato. Meno male che non hanno animali domestici, perché l’eventuale cane o gatto da lì non sarebbe mai uscito.
Quando i pompieri sono arrivati, in un primo momento con un veicolo normale e poi anche con l’autoscala, si sono trovati di fronte una situazione che forse non avevano mai affrontato. L’area si trova a un centinaio di metri dall’inizio della strada provinciale, a valle della pista ciclabile ed è delimitata da una scaletta. La prima cosa da fare era quella di transennare la zona, ma in un secondo momento anche di evacuare le abitazioni. Una vacanza forse parzialmente rovinata, ma l’unica scelta era quella di sistemare i sigilli e consigliare alle tre coppie una sistemazione in albergo o il provvisorio ritorno a casa, almeno per le prossime ore. La prima cittadina ha anche fatto chiudere questa strada, che corre accanto alla statale 51 di Alemagna.
La parola è passata agli specialisti, cioè i geologi: «È qualcosa di strano», ammette Mezzomo, «non sappiamo ancora se in quell’area precisa ci siamo dei gessi, di sicuro ci vorrà un’indagine approfondita, ecco perché è stato incaricato questo studio di geologia, che sarà qui già nelle prossime ore. Non si tratta di una frana, ma proprio di una voragine, con la conseguenza che i detriti non sono fuoriusciti da nessuna parte. Bisognerà capire se lì sotto c’è dell’altro - metti caso delle grotte - oppure se tutto si ferma a quindici metri di profondità».
Maria Antonia Ciotti è arrivata con un tecnico e un vigile urbano: «Non avevo mai visto niente di simile e non potevamo che comportarci in questa maniera».
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