Vongole troppo piccole sospesa l’attività di pesca

Chioggia. Stabilito il fermo volontario da parte di oltre cento imprese del Cogevo Stival: «Decisione obbligata per non compromettere lo stato del prodotto»

CHIOGGIA. Vongolare in banchina perché le “bevarasse” non sono cresciute sufficientemente per essere pescate e commercializzate. Oltre 100 imprese di pesca per complessivi 250 addetti aderenti al Cogevo di Venezia e Chioggia hanno deciso di sospendere l’attività in attesa che i molluschi raggiungano le misure idonee.

Una sospensione volontaria senza indennizzi di nessun tipo. La decisione dello stop è stata presa ieri dopo i risultati di alcuni campionamenti che hanno dimostrato come il prodotto non sia cresciuto, probabilmente a causa delle condizioni meteo di un’estate del tutto anomala. La sospensione arriva dopo appena due mesi di attività, luglio e agosto, seguiti al fermo biologico di maggio e giugno. «Questa decisione» spiega il presidente del Cogevo di Venezia, Gianni Stival, «per quanto sofferta, si è resa necessaria per non compromettere in maniera irreparabile lo stato del prodotto e di riflesso le prossime campagne di pesca».

Nella scorsa primavera la campagna era iniziata sotto i migliori auspici con i banchi di molluschi che si presentavano, qualitativamente e quantitativamente, in condizioni ottimali per una buona campagna di pesca da effettuarsi per tutto l’anno. Le abbondanti piogge estive e le temperature basse hanno, però, compromesso la crescita lungo tutte le coste del Veneto.

Le vongole di mare vivono infossate nella sabbia e solitamente nel periodo estivo crescono di qualche millimetro grazie all’abbondanza dei nutrienti e all’innalzamento delle temperature, condizioni che in questi mesi non si sono verificate. «La decisione di sospendere l’attività», sottolinea Stival, «è l’ennesimo atto di maturità della categoria che, rispetto ad altri, con senso di responsabilità e di autogestione della risorsa in mare, ha deciso in maniera volontaria e senza nessun contributo pubblico di fermarsi, senza nemmeno sapere per quanto».

Nei prossimi giorni si effettueranno analisi e campionamenti per vedere come evolve la situazione. «Valuteremo il livello di crescita e l’ampiezza dei banchi naturali», precisa Michele Boscolo Marchi, presidente del Cogevo di Chioggia, «la situazione non è allarmante ed è sotto il diretto controllo dei nostri biologi marini e degli enti di ricerca preposti, ma necessita di tutta l’attenzione possibile per non compromettere la situazione economica delle nostre imprese. Non sono passati anni da quando l’intera categoria è dovuta stare ferma per un’inspiegabile moria. Ora per fortuna la situazione è diversa e speriamo che si risolva presto e senza conseguenze drastiche».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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