Vongolari abusivi, sono tutti parenti
CHIOGGIA. Nel barchino c’era un’intera famiglia chioggiotta di caparozzolanti, Massimo Boscolo Fiore, il padre, il figlio Nicola e il fratello del primo, Giampaolo. Ieri, il giudice monocratico di Venezia Savina Caruso ha convalidato l’arresto di Massimo e ha confermato per lui gli arresti domiciliari, non ha invece convalidato e ha scarcerato Nicola, mentre Giampaolo, che si trova ancora ricoverato in condizioni critiche all’ospedale, era già stato scarcerato dal pubblico ministero lagunare Paola Tonini. I tre sono difesi dall’avvocato Giorgio Muccio, mentre i due finanzieri che li hanno inseguiti si sono affidati all’avvocato Marilena Di Guardo per la costituzione di parte civile. Il difensore ha già preannunciato che cercherà di patteggiare la pena - potrebbero essere nove mesi di reclusione per il reato di resistenza aggravata - per Massimo Boscolo, colui che conduceva il barchino, mentre vuole affrontare il processo, seppur con rito abbreviato, Nicola, che stava a fianco del padre e che nella fuga e nello speronamento dell’imbarcazione delle «fiamme gialle» non avrebbe avuto alcun ruolo e, tra l’altro, proprio per questo ha ottenuto immediatamente la libertà. Il giudice ha rinviato l’udienza per la discussione e la sentenza al 2 novembre.
Padre e figlio, ieri, hanno fornito la loro versione dei fatti. Stando alle accuse, stavano rientrando a Chioggia dopo aver raccolto una trentina di chili di vongole veraci, presumibilmente nell’area lagunare di Fusina, quando l’imbarcazione della Guardia di finanza con due militari a bordo ha segnalato loro di fermarsi. Invece di obbedire Massimo Boscolo Fiore, che era al timone, ha dato gas superando con il suo motore di 200 cavalli i sessanta chilometri orari, che in acqua e con il buio della notte è una velocità molto pericolosa. Le due imbarcazioni si sono anche affiancate e scontrate sul canale Lusenzo, quindi il barchino dei Fiore per evitare di finire sul fondo di un canale chiuso hanno eseguito una manovra ad U, ma il canale era troppo stretto e sono finiti contro il mezzo della Guardia di finanza. Il fratello del conducente, Giampaolo, ha battuto violentemente la testa ed è caduto in barca, che a quel punto si è fermata. Durante la fuga, nel frattempo, il giovane Nicola aveva lanciato in acqua le quattro ceste piene di molluschi. Al giudice, durante l’udienza in Tribunale, hanno spiegato di essere fuggiti, invece che fermarsi all’alt, per paura di essere multati. A Massimo Boscolo, tra l’altro, era capitata un’avventura molto simile: non si era fermato all’alt delle forze dell’ordine ed era fuggito per poi essere bloccato. Hanno raccontato che è capitato loro di scappare altre volte e di averla fatta franca grazie alla potenza del loro motore e speravano che accadesse lo stesso la notte scorsa. Hanno assicurato che pagheranno mille euro ai finanzieri per risarcirli.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia