Voltazza: fu Piergiorgio Baita a chiedere le fatture false

Il malaffare in Veneto. Il ragioniere confessa al pubblico ministero che la Manotovani aveva rotto con la Bmc, troppo esposta, e che per questo gli fu domandato il “nero”
VITUCCI VENEZIA 22.02.2008.- ARSENALE. LE 4 TORRI DI CEMENTO NEL BACINO GRANDE. A SX L'ING. PIERGIORGIO BAITA.- INTERPRESS
VITUCCI VENEZIA 22.02.2008.- ARSENALE. LE 4 TORRI DI CEMENTO NEL BACINO GRANDE. A SX L'ING. PIERGIORGIO BAITA.- INTERPRESS

di Roberta De Rossi e Carlo Mion

VENEZIA. Al pubblico ministero Stefano Ancillotto, Mirco Voltazza ha raccontato di aver procurato fatture false a Piergiorgio Baita e che era stato lo stesso ex amministratore delegato di Mantovani a chiedergliele. Ha anche detto di essere stato «vivamente consigliato» - ma non ha voluto dire da chi - di darsi alla latitanza, dopo una condanna definitiva a un anno e mezzo per peculato, ricettazione e calunnia, nascondendosi così per 4 mesi nell’ex Jugoslavia. Una volta arrestato Baita per frode fiscale - per la Procura veneziana l’imprenditore è a capo di un’associazione per delinquere finalizzata a frodare il fisco con fatture false per milioni di euro - Voltazza si è deciso a tornare. Così, per migliorare la propria posizione processuale, ha voluto consegnarsi alla Guardia di Finanza di Mestre e al pm Stefano Ancillotto, al quale per sei ore mercoledì ha raccontato la sua verità.

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