Volpi scatenate: "Ora scavalcano le reti"
MARCON. Il conto è presto fatto: 144 anatre, 9 tacchini, 76 faraone, 33 polli. Quella che potrebbe sembrare la lista della spesa per un banchetto a dir poco luculliano, è in realtà l’elenco completo degli animali da cortile uccisi dalle volpi da metà maggio nell’agriturismo “Nonna Rina” di San Liberale di Marcon. Con una decina di incursioni, l’ultima delle quali compiuta la scorsa settimana, il più furbo mammifero della terra ha letteralmente decimato i capi a disposizione di Fiorenzo Zanella, titolare della struttura, e della sua famiglia, che da tre anni gestisce l’agriturismo immerso nel verde della campagna.
«Arrivano naturalmente con lo scuro», commenta lo stesso Zanella, esausto dopo l’ennesimo raid, «ora sanno perfino scavalcare le recinzioni che ospitano i nostri animali e compiono delle vere e proprie stragi, lasciando a terra i corpi delle vittime. Fanno danni ovunque, la situazione è divenuta ingestibile». «Ma quello che ci preoccupa di più», continua Zanella, «è che evidentemente questi animali si stanno moltiplicando”. Per cercare di contenere il problema, il ristoratore ha naturalmente inviato tutte le necessarie segnalazioni alla polizia provinciale, “nella speranza che possa intervenire in qualche maniera, per quanto nelle sue competenze e possibilità”. Intanto, però, il titolare di “Nonna Rina” ha deciso di correre ai ripari, sfidando le volpi nella loro furbizia e posizionando un faro da puntare sulle diverse recinzioni e accendendo di notte una radiolina, che dovrebbe fungere da deterrente. «Le volpi sono animali anche molto accorti», continua Zanella, «Alla fine noi non le abbiamo mai viste in azione mentre facevano razzia dei nostri capi, perché appena sentono un rumore, fuggono via e acchiapparle è impossibile».
«Speriamo con questi accorgimenti di risolvere la situazione, anche perché con le incursioni compiute a maggio e l’uccisione di oltre 250 animali, abbiamo avuto una perdita economica che si può quantificare fra 4mila e 500 e 5 mila euro», spiega, «Infatti i capi ospitati nell’agriturismo sono tutti funzionali alla nostra attività, che contempla il quasi esclusivo utilizzo di ciò che viene prodotto o allevato nella struttura, che offre alla clientela solo piatti tipici della cucina veneta». Inoltre la razzia di animali crea disagi anche in occasione delle visite del parco, organizzate per far conoscere la fauna di “Nonna Rina”, soprattutto per i più piccoli.
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