Volotea, odissea per i turisti l’aereo atterra senza i bagagli
Volotea imbarca i passeggeri ma i bagagli restano a terra. Altra disavventura, dopo quella dei giorni scorsi, per i 121 passeggeri della compagnia atterrati a Venezia dopo aver passato la vacanza a Samos, splendida isola greca dell’Egeo orientale. L’aereo è partito puntuale ed è atterrato al Marco Polo in perfetto orario, alle 11.27 di ieri mattina. Una volta arrivati i passeggeri, veneziani, padovani, trevigiani ma anche molti da fuori Regione, si sono recati a prendere i bagagli sul nastro trasportatore indicato, dove si leggeva a chiare lettere la scritta del volo da Samos.
Hanno atteso dieci minuti, i venti, poi hanno iniziato a pensare, visto che nemmeno una valigia arrivava, che ci fosse un ingorgo dovuto al periodo trafficato. Quando ormai i bambini erano accasciati sul nastro trasportatore e le mamme in preda allo sconforto, qualcuno si è recato a chiedere informazioni. Il disagio arriva all’indomani delle privatizzazioni imposte alla Grecia: Samos è tra gli aeroporti turistici passati alla tedesca Fraport.
A denunciare l’odissea è Serena Catullo, 38 anni veneziana. «Ad un certo punto», racconta, «abbiamo saputo che nessun bagaglio era stato caricato in aereo. Ma la cosa che ci ha amareggiato di più, è che nessuno si è sprecato per informarci. Non un addetto Volotea in aeroporto che volesse darci una spiegazione. C’è chi ha chiamato il call center, che non sapeva nulla. Siamo rimasti lì oltre un’ora ad aspettare e poi quando abbiamo capito che i bagagli non li avremmo visti, uno a uno, in 121, a fare la coda al “lost and found” per compilare il modulo con due sole persone allo sportello».
E ancora: «Totale la mancanza di comunicazione, visto che era evidente fin dalla partenza che i bagagli non erano sull'aereo. Un trattamento indecente, un biglietto Volotea costa, non te lo regalano». Aggiunge: «C’è chi ha parlato di vento (che peraltro non c’era), chi del fatto che l’aereo non avesse caricato per non tardare, altre notizie affastellate sostenevano che l’aeromobile avesse caricato troppo carburante e non ci fosse più spazio per le valige. E poi tutti in fila, giovani, anziani, se l’avessimo saputo prima magari ci saremmo organizzati diversamente».
Stessa cosa per il recupero bagagli: «Ci è stato detto che arriveranno forse la prossima settimana, con il volo di martedì. Ma fra una settimana il volo chiude. Si può chiedere il risarcimento, ma si deve dimostrare che dentro la valigia c’erano beni deperibili, insomma è complicato, io sono di Venezia, quindi abito vicino all’Aeroporto, ma c’è gente che veniva da più lontano».
«Il punto», racconta Claudia Tucci, 22 anni, di ritorno da Samos con la famiglia, «è che siamo rimasti come degli scemi ben un’ora e venti al nastro trasportatore. Dopo 45 minuti la gente ha iniziato a protestare e ci hanno detto che i bagagli arrivavano con il volo da Olbia, che non si sapeva cosa centrasse. Poi ci siamo messi in fila, ci hanno chiesto carte, documenti, riconoscimenti vari, e ci hanno detto che erano stati imbarcati solo tre passeggini. Bastava che dicessero come stavano le cose. C’era gente che veniva da Milano, Bologna, Monza».
La compagnia si affida ad una nota: «A causa di limitazioni operative nell’aeroporto di Samos le valigie caricate in stiva sul volo V7 1455 non sono state consegnate. Nonostante ciò non sia dipeso dalla compagnia, Volotea si scusa con i propri passeggeri e si sta impegnando per minimizzare i disagi causati, cercando di far consegnare i bagagli ai legittimi proprietari nel minore tempo possibile. Ci scusiamo sinceramente per il disservizio, specialmente in questi giorni di vacanza».
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