Volontariato, sempre meno giovani veneziani si rimboccano le maniche

I dati preoccupanti del Csv: solo l'1,5% dei presidenti delle associazioni del territorio metropolitano ha meno di 30 anni, il 3% se si alza la soglia agli under 35
VENEZIA. Sempre meno giovani volontari, pochissimi coloro che si ritrovano ai vertici delle associazioni. Se a livello regionale la media è già poco incoraggiante, con solo il 4% di associazioni guidate da under 30, nel Veneziano la percentuale si riduce drasticamente. Secondo i dati del Csv (Centro di servizio del volontariato) di Venezia, infatti, solo l'1,5% dei presidenti delle associazioni del territorio metropolitano ha meno di 30 anni, il 3% se si alza la soglia agli under 35. Un dato che preoccupa: la presenza di giovani alla guida delle realtà di volontariato è infatti fondamentale per attirare le nuove generazioni e spingerle ad avvicinarsi alle attività delle associazioni.
 
Qualche nuova realtà giovanile sta nascendo, dedicata in particolare all'organizzazione di iniziative culturali e al tempo stesso solidali, ma il volontariato resta un mondo sorretto da over 50 e soprattutto da pensionati, che dedicano all'altruismo parte del loro tempo libero. Tra le 206 associazioni veneziane analizzate, sono solo 6 quelle a prerogativa giovanile, guidate da under 35. Solo 3, in tutto, i presidenti non ancora 30enni. Cresce invece la presenza femminile al vertice: 75 associazioni sono guidate da donne e 201 da uomini (4 donne e 2 uomini, invece, tra i presidenti under 35).
 
Ma se le realtà di volontariato sono spesso sostitutive o almeno parte integrante dei servizi sanitari, sociali o culturali garantiti dallo Stato o dagli enti locali (come nel caso, per esempio, della raccolta del sangue o del trasporto e accompagnamento di persone invalide), diventa fondamentale per le associazioni riuscire a coinvolgere le nuove generazioni. Motivo per cui il Csv di Venezia ha avviato diverse progettualità in condivisione con le università veneziane, luogo adatto per intercettare e formare i futuri volontari, anche in virtù delle novità introdotte con la riforma del terzo settore, che richiede sempre più competenze “manageriali”.
 
"L'attività di volontariato, anche solo per poche ore, fa del bene non solo al destinatario del servizio ma anche al volontario stesso", commenta il presidente del Csv di Venezia, Giorgio Brunello, "Dedicarsi al volontariato in attesa di trovare un'occupazione, per esempio, aumenta le competenze, che sono poi spendibili in fase di selezione o di colloquio di lavoro".
 
Lo stesso Roberto Vecchioni, ospite della festa del Csv Veneto, aveva lancato un appello ai giovani, invitandoli a "darsi una strizzata all’anima" e ricordando loro che il volontariato rappresenta un’eccezione non solo al menefreghismo, ma soprattutto alla noia. Secondo la direttrice del Csv di Venezia, Ketty Poles "In un territorio come il nostro, in cui il 17% delle persone si dedica ad attività gratuite in associaizoni di volontariato - un dato superiore alla media italiana, ferma al 10,7% -, uno degli obiettivi del mondo della solidarietà deve essere quello di ricominciare ad attirare i giovani. Compito nostro è offrire loro l'opportunità di avvicinarsi a questo mondo e trovare un'associazione adatta che possa soddisfare le proprie aspirazioni e sensibilità".
 
Nella sezione “Dimmi chi sei” del sito www.csvvenezia.it il Csv di Venezia raccoglie invece tutte le disponibilità, offrendo agli aspiranti volontari le indicazion necessarie per individuare l'associazione a cui rivolgersi. Un'importante opportunità, per esempio, è quella offerta ogni anno dal servizio civile universale, su cui il Csv di Venezia fa da sempre attività di promozione e informazione.

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