Volontari della parrocchia aiutano poveri e senzatetto
MARGHERA. A fare compagnia a Nestor Romano, il sessantenne argentino che ha beneficiato della donazione di 200 euro da parte di Papa Francesco, ogni domenica alla Cita sono ormai in più di ottanta. Vengono da varie parti d’Italia, dall’Est Europa, dal Sudamerica, hanno una storia più o meno comune di lavori occasionali, vita di strada o condizioni economiche precarie, ma da alcuni mesi hanno trovato nella parrocchia della Cita, in Don Nandino Capovilla e in un gruppo di volontari coordinati da un medico di Emergency i loro “angeli custodi” per una colazione, quattro chiacchiere e un po’ di comprensione e amicizia.
«Abbiamo iniziato a giugno»,, racconta Roberto, medico volontario di Emergency e uno dei coordinatori del gruppo di volontari della parrocchia, «prendendo la decisione di ospitare ogni domenica mattina dalle 7 alle 9 in uno dei locali del patronato chiunque avesse bisogno di una colazione. Siamo partiti con sei senza tetto della zona, e domenica siamo arrivati ad ospitare ottantatre persone». Assieme a loro, sono una decina i volontari che prestano servizio ogni mattina. «Non solo un caffè e un posto riparato»,, spiega Roberto, «ma soprattutto amicizia, contatto e assistenza anche psicologica. All’interno della sala si fa amicizia, ci si racconta problemi e difficoltà e abbiamo anche una piccola bacheca con segnalati appuntamenti, possibili offerte di lavoro e richieste di aiuto». Proprio questo spirito di amicizia che si è creato, ha spinto Francesco, uno dei giovani volontari, ad aiutare Nestor nella sua lettera al Papa. Nestor che, ora, continua a ringraziare tutti e racconta parte della sua esperienza. «Non sono propriamente un senzatetto», fa sapere, «ma una persona in difficoltà che non lavora più dal 2011. Ora alcuni amici mi ospitano, e aiuto anche io chi è come me in difficoltà».
Intanto, la parrocchia della Cita prosegue la sua opera umanitaria domenicale, che potrebbe ampliarsi. «Stiamo cercando», conclude Roberto, «collaborazioni da parte di ristoranti locali, piccoli supermercati, grandi distribuzioni, per organizzare una forma più amplia di food-sharing che non riguardi solo la colazione, ma pranzi e cene. Da medico, posso bene affermare che il cibo in scadenza non deteriora immediatamente, e si potrebbe trovare un modo migliore di utilizzarlo donandolo ai più bisognosi. Abbiamo già preso alcuni contatti con esperti nazionali di alimentazione su quali siano i generi alimentari che potremmo utilizzare, e attendiamo solo l’ok per iniziare questa nuova fase del nostro progetto».
Massimo Tonizzo
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