Volontari al lavoro per i piccoli sordomuti bielorussi
LIDO. Sono ripartiti più sani e più “in carne” i quindici bambini sordomuti che hanno mosso una forte ondata di solidarietà al Lido. I piccoli, di età compresa tra i 9 e i 14 anni, sono arrivati per curarsi dall’Istituto numero 11 di Rechiza, nella regione bielorussa di Homel, la più duramente colpita dal disastro nucleare di Chernobyl. Dopo le visite mediche i bambini hanno potuto seguire un regime di dieta finalmente ricco e soprattutto la iodioterapia, fondamentale per aumentare la loro aspettativa di vita.
I ragazzi hanno ricevuto affetto e doni, specialmente dai loro coetanei, ma dietro di loro hanno lasciato un grande regalo all'isola: era infatti da tempo che non si vedeva al Lido una tale voglia di organizzarsi per il volontariato. Alle serate di benvenuto, organizzate nell'ex monastero di San Nicolò, hanno partecipato oltre cento bambini con le loro famiglie: hanno giocato e festeggiato per ore, tutti insieme, senza problemi di comunicazione con chi non può nè ascoltare né parlare.
E moltissimi bambini lidensi hanno voluto condividere con loro l'intera settimana, accompagnandoli in spiaggia, organizzando partite e cenando tutti insieme.
«Una settimana fondamentale per loro», spiegano gli organizzatori, «resa possibile dall’impegno di molti volontari e dalla partecipazione di molte imprese e associazioni di tutta Venezia». Fondamentale infatti è stato il contributo di negozi, ristoranti, farmacie, associazioni e privati. «Con le somme risparmiate grazie all’impegno di tutti», spiegano i volontari, «potremo contribuire alla creazione di bagni e infissi nell’istituto che ospita questi bambini sfortunati».
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