Volevano mettere fuori gioco l’azienda
I quattro camion della Nuova Ecologica 2000 dati alle fiamme due notti fa potrebbero essere più di un’intimidazione: il tentativo di mettere, anche solo per pochi giorni, fuori gioco l’azienda, colpendone i principali strumenti di lavoro, i camion utilizzati per raccogliere e trasportare i rifiuti. Su chi abbia agito, e perché, ci stanno lavorando gli investigatori che stanno indagando sugli incendi dolosi dell’azienda che si occupa di raccolta di rifiuti speciali di cui è amministratore unico Lorenzino Candian, 67 anni tra pochi giorni, a capo della società con i due figli, Marco e Luca. È solo un caso se due dei 6 mezzi dell’azienda si sono salvati dal blitz incendiario: uno si trovava infatti in officina per una riparazione mentre un altro lo aveva Marco, uno dei due figli, che doveva portarlo a un’esposizione di camion. Ieri i carabinieri della Compagnia di Chioggia hanno sentito sia i tre membri della famiglia Candian sia i dipendenti della società.
I tre membri della famiglia hanno confermato - come già avevano fatto nei minuti successivi all’attentato, nei primi colloqui con i militari - di non aver mai ricevuto minacce o avvertimenti e di non avere un’idea di chi possano essere quei due uomini che - come ripreso dalle telecamere della sicurezza - due notti fa, verso le 3, hanno scavalcato la recinzione dell’azienda e hanno appiccato il fuoco ai 4 camion presenti, parcheggiati in punti diversi del piazzale, danneggiando anche una parte di un magazzino provocando danni stimati per 400-500 mila euro. Anche dalle testimonianze dei dipendenti, necessarie agli investigatori per ricostruire il clima all’interno della società, non sarebbero emersi elementi al momento utili alle indagini. Di certo c’è che a entrare in azione sono stati almeno due uomini, ben organizzati, entrambi con il volto travisato. Probabile che almeno un complice fosse fuori ad attenderli.
Le telecamere della sorveglianza hanno ripreso i due mentre passano da una parte all’altra del piazzale per dare fuoco ai tir ma le immagini sono scure ed è difficile ricostruire la fisionomia di chi è entrato in azione. Ecco perché nelle prossime ore saranno spedite al Ris (Reparti Investigazioni Scientifiche) di Parma per ulteriori accertamenti le immagini raccolte dai carabinieri di Chioggia con l’ausilio della sezione Rilievi del Nucleo investigativo di Venezia. La cautela dei carabinieri è massima anche per il delicato settore economico per il quale l’azienda è autorizzata a operare: la raccolta di rifiuti speciali (dal 30 giugno del 1989, giorno di inizio dell’attività) ma anche l’intermediazione di rifiuti senza detenzione (dal 21 febbraio del 2005). L’azienda, con un capitale sociale di 100 mila euro, era nata come società in accomandita semplice - fino al 2006 il socio accomandante era Settimo Candian - ed è poi stata trasformata in società a responsabilità limitata, sempre gestita dalla famiglia Candian, con amministratore unico Lorenzino e una gestione dell’impresa condivisa con i due figli. Nel settembre del 2015, a seguito di una diffida datata agosto 2014, la società ha ottenuto dalla Città metropolitana di Venezia il via libera a operare, dopo modifiche alla sede di lavoro che però, come rilevava la stessa Città metropolitana nel concedere il via libera, «non comportavano variazioni nelle modalità operative, nei quantitativi di rifiuti e nelle tipologie di lavorazioni effettuate». Da anni l’azienda si è specializzata nel recupero di legno e pneumatici, operando attraverso i Consorzi di settore, Rilegno e Argo. L’azienda, operando in Riviera del Brenta, è anche specializzata nella raccolta e nel trasporto di forme in plastica per calzature, in tutto il Triveneto.
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