Volantini omofobi al liceo, indaga la Digos
VENEZIA. È passato inosservato perché i bidelli non appena lo hanno visto lo hanno tolto, ma il volantino con la scritta in grande stampata «Non passa il frocio!», affisso in più copie sulle pareti esterne dell’istituto Foscarini, adesso è al vaglio della Digos. Alcuni studenti della scuola lo hanno visto e non sono rimasti indifferenti: lo hanno fotografato e mostrato a casa. I genitori hanno trovato inquietante l’episodio, come d’altronde anche il preside Massimo Zane che ha preso subito i dovuti provvedimenti: «Non sappiamo chi li abbia affissi» ha detto ieri «In ogni caso non si possono sottovalutare questi segnali. Ho chiamato subito la polizia per avvertirli e capire se ce ne sono altri in giro per la città. Non sappiamo nulla, può essere una bravata, uno scherzo di pessimo gusto o qualcosa di più serio. Attendiamo di vedere cosa dice la polizia».
Non si tratta soltanto della scritta omofoba. Il volantino indica un «Sit in, razza italica, con vendita di frittata di finocchi», seguito da uno «Stop alla omomalattia». Vicino alla data «Venerdì 17 marzo» qualcuno ha aggiunto in maiuscolo con un pennarello nero «Liceo europeo», sottolineandolo. Il tutto accompagnato da una foto in bianco e nero che raffigura un raduno di centinaia di membri incappucciati del Ku Klux Klan con una croce infuocata al centro del meeting.
Qualche studente ha riportato di aver visto un ragazzo «piccolo», sugli 11 o 12 anni, affiggere i volantini martedì nel tardo pomeriggio. Una volta a casa li ha mostrati ai genitori. «Anche se si trattasse di uno scherzo o di un gesto dettato dalla superficialità» afferma una mamma, preoccupata, dopo aver visto il volantino «Mi sembra che un episodio di questo tipo non possa passare come se nulla fosse. Si tratta di educazione alla differenza e di insegnare ai ragazzi al rispetto di tutti. Spero che si venga a sapere chi è stato, per capire come intervenire».
Ieri mattina i volantini non c’erano più. Quando i bidelli sono arrivati per aprire la scuola, li hanno visti e li hanno immediatamente tolti, portandoli subito in presidenza. Dato che a penna è stato aggiunto il luogo dell’ipotetico sit-in, si sta cercando di capire se si tratta di un volantino diffuso in più posti e distribuito in rete, oppure se l’iniziativa è partita proprio dall’istituto.
«È un segnale inquietante e deplorevole» ha detto Giacomo Centazzo a nome del Collettivo Stonewall, realtà attivo in città nel campo dei diritti Lgbt «Questo ci conferma che, nonostante la calma apparente, le nostre battaglie non sono finite, anzi. Anche se si trattasse di uno scherzo, è di pessimo gusto e comunque svela che ci sono ancora degli odi sotterranei nei confronti della comunità omosessuale». Nei prossimi giorni si saprà se l’episodio è stato fine a se stesso oppure se fa parte di una campagna omofona più ampia.
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