Volantini contro il Patriarcato di Venezia, condannati i “corvi”
Enrico Di Giorgi e Gianluca Buoninconti dovranno pagare 5 mila e di 2 mila euro. Il giudice ha anche stabilito una provvisionale di dieci mila euro per il patriarca Moraglia e il Patriarcato
Dopo più di trenta udienze negli ultimi tre anni, si chiude il primo grado del processo ai “corvi” del Patriarcato. Il tribunale di Venezia, presieduto dal giudice Stefano Manduzio, ha condannato Enrico Di Giorgi e Gianluca Buoninconti a una pena pecuniaria, rispettivamente, di 5 mila e di 2 mila euro.
Nei loro confronti, la pubblico ministero Daniela Moroni aveva chiesto una condanna a due anni e a otto mesi di reclusione. Di Giorgi era accusato di essere l’autore materiale e l’uomo che ha affisso tutti i cinque volantini firmati Fra.ti.no., tra il gennaio e l’agosto 2019, che travolsero la curia veneziana - e singoli preti, a partire dal patriarca Moraglia - con accuse di lobby gay e affaristiche.
Buoninconti, esperto informatico, era stato invece immortalato dalle telecamere del sistema di videosorveglianza della città nella notte del 6 agosto, quando insieme a Di Giorgi attraversò Venezia «in coincidenza con i luoghi dell’ultima affissione».
I volantini furono affissi nell’area marciana e a Venezia, dopo la riorganizzazione del 2018 che portò allo spostamento di don Massimiliano d’Antiga da San Salvador e San Zulian, con il “terremoto” che ne seguì e il relativo processo canonico per la riduzione allo stato laicale.
Il giudice di primo grado ha anche riconosciuto una provvisionale di dieci mila euro per il patriarca Moraglia e il Patriarcato, escludendo invece il risarcimento per altre tre parti civili. Per le loro richieste, infatti, nei confronti degli imputati è stato fatta valere la scriminante del diritto di cronaca, riconoscendo quindi un fondamento di verità nelle affermazioni contenute nei volantini.
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