Volano insulti, poi il Palio dell’oca si fa
MIRANO. Tensione tra animalisti e conduttori d’oche, poi a Luneo si corre. Minacciano querela gli attivisti della Lav, la Lega antivivisezione, in presidio al Palio di Luneo, cantano vittoria gli organizzatori: «È un precedente che restituisce ai cittadini le loro tradizioni». Ad alzare la tensione davanti al ristorante 19 al Paradiso è la “vis-cia”, il fuscello con cui i “fantini” guidano le oche del palio verso la linea del traguardo. Gli animalisti non vogliono che vengano usate, minacciano denunce per maltrattamento, i conduttori replicano: «Senza, non restano in strada». Il clima era rovente già dalle 9 di mattina, quando gli attivisti in pettorina arancione si sono presentati davanti al ristorante di Luneo. Un presidio pacifico, con il compito di documentare la manifestazione. La Lav vuole verificare che non vi siano maltrattamenti per le oche, in caso contrario è pronto un esposto alla Procura con materiale fotografico a documentare la violazione delle prescrizioni. Gli amanti delle tradizioni non ci stanno: volano parole grosse, insulti. Qualche attivista risponde per le rime. A placare gli animi ci pensano i carabinieri, in una manifestazione più blindata che mai. Le forze dell’ordine dialogano con i due fronti: «La manifestazione è autorizzata», affermano, «chi rileverà violazioni al regolamento potrà presentare esposto». Dunque si corre, tra ali di folla e insulti a distanza. Poche oche, una ventina, come da regolamento. Molti corridori allargano le braccia: «Pensavamo non si facesse più e noi l’oca ce la siamo mangiata». Per adempiere alle prescrizioni il veterinario, con tanto di stetoscopio, visita le oche prima dello schieramento ai nastri di partenza. C’è anche l’ambuloca, l’ambulanza dell’oca allestita con tanto di scritta, sirena e lampeggianti dagli organizzatori per prendere in giro le nuove regole. Alla fine la festa non è quella degli anni migliori, ma la curiosità porta a Luneo più di mille persone. A tagliar per prima il traguardo è l’oca di Enrico Lucato, di Mirano. L’ha chiamata “Via col vento” e se ne può capire il motivo. Secondo il pennuto di Stefano Saccon, terzo quello di Michele Righetto. Alla fine tutti a festeggiare con pasta e risotto d’oca. Gli animalisti ammainano le bandiere, ma la guerra non è finita. Qualcuno giura che presenteranno denuncia. Gli organizzatori invece esultano: «Abbiamo dimostrato che le tradizioni si possono salvare, è un precedente per altri palii, un risultato raggiunto grazie alla collaborazione tra cittadini, Comune e Asl».
Filippo De Gaspari
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