Vola in Usa per salvare le spiagge

La storia di Stefano Boscolo Cucco, ingegnere di Sottomarina, invitato al City college di New York
Di Elisabetta B. Anzoletti

SOTTOMARINA. Vola a New York per spiegare agli studenti di ingegneria americani un metodo innovativo per eseguire il ripascimento dei litorali. Per un giorno Stefano Boscolo Cucco, 33 anni, ingegnere idraulico dal 2011, è stato “docente” alla “City college of New York”, spiegando il metodo da lui inventato per ripristinare le fisionomie dei litorali erosi. Il metodo, oggetto della sua tesi di laurea, è diventato un progetto e negli anni è stato utilizzato da molte città italiane e europee, anche da Jesolo.

Come hanno saputo dall’altra parte del mondo che avevi fatto una tesi di questo tipo?

«È stato un caso. Tutto è nato da un’intervista che avevo rilasciato a un’emittente locale italiana che citava tra le altre cose il sito dell’azienda di famiglia (la Dragaggi srl di Marghera) dove vengono presentati alcuni lavori realizzati in Italia prendendo spunto dalla mia tesi, tradotta in quattro lingue, italiano, inglese, spagnolo, francese. Hanno visto che abbiamo contatti con Ilica (Associazione italoamericana che promuove la lingua e la cultura italiana negli Usa) e così sono riusciti a rintracciarmi e organizzare la mia trasferta».

E così sei volato a New York?

«Sì, abbiamo organizzato tutto molto velocemente. Sono arrivato lì e mi hanno accolto il capo del dipartimento di Ingegneria, Julio Davos, e il docente della cattedra di Ingegneria, Anil Kumar Agrawal. Il mio intervento era stato pubblicizzato in tutto il campus e ho trovato un nutrito gruppo di studenti a ascoltarmi».

Cosa svela la tua tesi di così innovativo da attirare l’attenzione del City college di New York?

«La mia tesi riguarda un sistema nuovo di realizzare il ripascimento dei litorali, prelevando la sabbia direttamente dalla costa, oltre i 900 metri della cosiddetta zona attiva, lì dove si deposita la sabbia che il mare erode e che non può più tornare indietro da sola. Con questo metodo si preleva non con la benna, ma a strascico recuperando solo la sabbia più grossa, quella più adatta a ripristinare la battigia».

Quali sono i vantaggi?

«È un metodo perfetto per i litorali con pendenze dolci, come i nostri, permette di prendere sabbia con un elevato pregio granulometrico e cromatico rispetto ai metodi tradizionali. Non è più costoso degli altri metodi serve però una draga particolare che non tutti possiedono. La mia ditta la possiede e ha eseguito molti interventi di questo tipo nelle coste italiane, in Spagna e a Rotterdam».

Ora cosa ti aspetti per il futuro?

«Sono stato contattato ancora dagli Stati Uniti, da un professore del Delaware per esporre anche nel loro campus. Sto cercando di ottenere il brevetto per la mia idea, mi piacerebbe che prima o poi ottenesse udienza anche nella mia città».

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