Vola dal terzo piano, è in fin di vita
SOTTOMARINA. L'ha trovato il fratello, verso le otto e mezzo di ieri mattina: respirava ancora ma era disteso a terra, nel cortile interno, incapace di muoversi, dopo essere precipitato, probabilmente, dal terrazzo al terzo piano dell'edificio in cui abita, un palazzo che si affaccia su viale Veneto. In pochi istanti, una delle passeggiate più “in” del mondo dello shopping a Sottomarina è stata invasa da ambulanze e macchine della polizia e il ferito è stato portato prima all'ospedale di Chioggia, poi a quello di Padova, con l'elisoccorso. Ora si trova ancora là, in prognosi riservata e con la vita appesa al filo della speranza che non si verifichino altre complicazioni.
L'uomo, L.B.G. un ottantenne ex ortolano che viveva da solo, avrebbe passato, infatti, due brutti momenti all'arrivo in pronto soccorso a Chioggia, dove è stato stabilizzato, e all'arrivo a Padova, dove i sanitari hanno dovuto stabilizzarlo una seconda volta. La fortuna, insomma, sarebbe stata dalla sua parte in entrambe le occasioni, ma occorrerà aspettare non meno di 48 ore prima che i medici si arrischino a sciogliere la prognosi. Del resto, sulla sue condizioni grava ancora un velo di mistero: di sicuro ci sono fratture multiple legate alla caduta ma trapela anche la presenza, da qualche parte sul luogo dell'evento, di una bottiglia di acido muriatico vuota o semivuota. Potrebbe l'uomo averne ingerito una certa quantità? E, di conseguenza, la caduta è stata un incidente o un tentativo di farla finita? Impossibile, per ora, saperlo. Secondo la polizia, l'uomo non ha lasciato biglietti a eventuale spiegazione del suo gesto e quel disinfettante potrebbe essere stato usato proprio per lo scopo a cui è normalmente destinato, ovvero la pulizia di superfici in pietra o marmo. E inoltre non sembra molto semplice ingerire dell'acido e, con le convulsioni che ne seguirebbero, avere poi la forza di buttarsi nel vuoto. Nessuno, poi, avrebbe assistito alla caduta, quindi anche l'altezza da cui è precipitato è incerta, per quanto lui avesse accesso a tutto il palazzo.
Il fratello era andato da lui per una visita di routine, non per un allarme o una mancanza di comunicazioni. L'ottantenne, poi, non sembrava avere particolari problemi se non, forse, di solitudine, tanto che qualche amico, scherzando, gli aveva consigliato di trovarsi una compagna, dato che era vissuto con la madre, fino a pochi anni fa e, quando lei era mancata, era rimasto solo in casa, sia pure con la famiglia del fratello a due passi. Il palazzo in cui abita, al primo piano, è suo, e gli affitti dei vari locali, negozi compresi, a detta dei conoscenti, gli garantivano una vita senza preoccupazioni economiche.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia