«Vogliamo una pista ciclabile sicura»
«Vogliamo arrivare a Piazzale Roma in sicurezza». In 150 ieri mattina sono partiti dal parco di San Giuliano e hanno pedalato fino a Venezia, per chiedere un collegamento sicuro tra la terraferma e la città lagunare. L'iniziativa avrebbe dovuto rientrare all'interno della Settimana Europea della Mobilità, ed è stata lanciata dalla Fiab. Ritrovo alle 9 in piazzale Candiani, alle 9.30 alla Porta Blu, partenza alle 10. Diversi i comitati e le associazioni che hanno partecipato, tra cui Pedale Veneziano.
I ciclisti hanno macinato la distanza tra Mestre e Venezia tra gli ostacoli, facendo attenzione a non invadere la corsia del tram e rispettando il codice stradale, assistiti dagli agenti della polizia municipale. La “biciclettata” dimostrativa ha causato qualche disagio alla circolazione, gli automobilisti si sono indispettiti, ma il ritardo dei tram è stato contenuto: 3-4 corse del “siluro rosso” hanno avuto circa 5-6 minuti di ritardo.
Ma andiamo con ordine. Prima di partire la presidente della Fiab, Miriam Guida, si è tolta la casacca della Federazione: «Sul ponte c’è una normativa che vieta manifestazioni», ha spiegato, «sono stata diffidata dalla Questura, non parteciperò e annullo l’evento». Che, però, la Fiab tiene a precisare che non era sin dall’inizio pensato come una manifestazione in senso stretto, ma come una biciclettata. Le persone convenute che si erano raggruppate sono state lasciate libere di decidere il da farsi e se andare o meno fino a Venezia.
Nessuno però è tornato indietro e la “biciclettata”, così ribattezzata, è partita poco dopo le dieci. Tra i punti più critici il nodo del cavalcavia di San Giuliano, dove le auto hanno perso la pazienza, i Pili, gli ultimi 800 metri del Ponte. «Il divieto di percorrere il Ponte che implicitamente invita a percorrere la banchina», spiega Gianpietro Francescon, «è demenziale». «Più che demenziale io direi che è assurdo», ha aggiunto il presidente di Pedale Veneziano Alberto Fiorin, «che non ci sia possibilità di andare in sicurezza su ponte e cavalcavia». Nel suo profilo Fb si legge: «Al momento sanno solo istituire dei divieti. A quando una soluzione seria e ragionata del problema legato alla viabilità del Ponte della Libertà? In tutto il mondo civile si offre sempre maggior spazio alla mobilità dolce, qui invece si mettono i divieti».
Una volta arrivati a Venezia, foto di gruppo sul Ponte di Calatrava e poi ritorno lungo il lato destro del Ponte.
«Tra i punti critici che torniamo a segnalare c’è il cavalcavia di San Giuliano», spiega Biagio D’Urso (Fiab Mestre), «salta all’occhio perché lì non solo non passa una bici a fianco al tram, ma non ci stanno neanche una bici e un’auto. In quel tratto proprio non si sono impegnati molto. E poi c’è la questione dei Pili, ossia quella manciata di centinaia di metri che permettono di raggiungere la nuova pista: andiamo avanti da troppi mesi senza risposte».
Il problema critico e cruciale non è tanto la ciclabile sul ponte, ribadiscono i ciclisti, ma l’accesso ciclabile al ponte. «Senza di questo anche la nuovissima passerella risolve ben poco perché il ciclista che tenti di arrivare a Venezia si trova costretto a pedalare negli 800 metri tra via dell'Idraulica e il ponte sulla trafficatissima Sr 11 dove non c'è nemmeno una corsia laterale, e il ciclista che da Venezia usi la ciclabile per raggiungere Mestre dovrà fermarsi ai Pili oppure proseguire contromano commettendo un'infrazione».
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