Vittorio Sgarbi si candida «Dirigerei le Gallerie»
«C’è chi da Venezia, nelle file di parte del centrodestra, mi chiede con insistenza di candidarmi a sindaco della città in vista delle prossime amministrative, ma io non ho nessuna intenzione, visti anche tutti i problemi e la situazione della città. Ma sono invece molto interessato alla carica di direttore delle Gallerie dell’Accademia, che, con la riforma del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, dovrebbe essere affidata a un esterno. Appena sarà possibile e saranno stabiliti i termini, sono pronto a presentare domanda».
Vittorio Sgarbi non finisce di stupire, ma Venezia e le Gallerie dell’Accademia gli sono rimaste nel cuore, anche per la breve esperienza di soprintendente interrotta dalla decisione dell’allora ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan di non rinnovargli l’incarico. «Galan ha avuto quel che si meritava - commenta Sgarbi alludendo agli sviluppi dell’inchiesta sui fondi del Mose che vedono indagato l’ex governatore del Veneto - ma per le nuove Gallerie dell’Accademia e il loro riallestimento avevamo impostato un lavoro importante con un grande scenografo come Pier Luigi Pizzi che è stato bruscamente interrotto dalla mia mancata riconferma. Vedo che a quattro anni di distanza alle Gallerie dell’Accademia non è cambiato nulla, il riallestimento del museo non c’è ancora e mi piacerebbe molto, da direttore, portarlo a termine. Mi hanno attribuito anche candidature a direttore per il Museo di Capodimonte o la Reggia di Caserta, ma non c’è nulla di vero. L’unico incarico che mi interessi realmente è quello di Venezia».
La riforma Franceschini prevede che per i venti maggiori musei italiani sia nominato un direttore che in molti casi possa essere un manager o un esperto esterno ai Beni Culturali e le Gallerie dell’Accademia potrebbero essere uno di questi.
«Ho suggerito io a Franceschini - conclude Sgarbi - di accorpare le soprintendenze ai Beni architettonici con quelle ai Beni artistici o ai poli museali, unificando finalmente le competenze assurdamente divise, oltre a “risparmiare” dirigenti e mi ha ascoltato. Ma l’idea di direttori esterni per i grandi musei italiani mi sembra comunque opportuna e per questo sono pronto a candidarmi per le Gallerie dell’Accademia, sapendo di avere tutti i titoli per ricoprire al meglio quell’incarico».
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