Vittadello al Cvn: «Vogliamo 30 milioni»

L’impresa padovana coinvolta nello scandalo Anas ha citato in Tribunale il Consorzio per il mancato affidamento lavori
Di Alberto Vitucci
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - SERGIO VITTADELLO
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - SERGIO VITTADELLO

La Vittadello, impresa coinvolta nelle tangenti Anas per i lavori stradali, ha citato il Consorzio Venezia Nuova in Tribunale civile chiedendo 30 milioni di euro di danni per “mancati lavori”.

C’è un filo che lega l’impresa padovana alle vicende del Mose. La “Intercantieri Vittadello” di Limena, azienda specializzata in lavori stradali, è azionista del Consorzio Venezia Nuova pur con una quota di minoranza, il 10 per cento delle quote del Consorzio costruttori veneto San Marco, che a sua volta possiede il 13,1 per cento delle quote del Consorzio.

Secondo una consuetudine finita peraltro nel mirino dei magistrati, il Consorzio distribuiva i lavori della salvaguardia con un criterio di percentuale. Lavori “pro quota”, chi ha più azioni ha diritto a più lavori. Sistema evidentemente consolidato, se la Vittadello decide nell’ottobre del 2014, in pieno scandalo Mose e prima dell’arrivo deli commissari, di rivolgersi a un giudice per chiedere il risarcimento. Nella lunga memoria firmata dall’avvocato Paolo Pettinelli - oggi presidente della holding della Mobilità comunale Avm - la Vittadello chiede di far valere i suoi diritti ad avere assegnati lavori “pro quota”. Sui 6 miliardi e 400 milioni di stanziamenti, sono stati assegnati interventi per centinaia di milioni, tra cui lo scavo dei canali portuali, il risanamento di Murano e altri lavori in laguna. Secondo la Vittadello ne mancavano però una trentina.

Una richiesta di soldi che i commissari straordinari, nominati nel dicembre del 2014 dal presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, hanno respinto. Inserendo nel bilancio 2015, approvato e pubblicato in questi giorni, una parte che riguarda proprio la società in oggetto di indagine per le tangenti Anas.

«Si deve riferire», scrivono Luigi Magistro, Giuseppe Fiengo e Francesco Osola, «che nel corso del 2015 il Consorzio è stato citato in giudizio da parte di un’impresa consorziata di una delle consorziate del Cvn». «L’azione», si legge nel bilancio, «riguarda asserite inadempienze del Consorzio relative all’affidamento dei lavori negli anni precedenti al commissariamento con domanda di condanna per 30 milioni e 832 mila euro o in via subordinata 10 milioni di euro a titolo risarcitorio».

Una cifra che il Consorzio dei commissari non intende pagare. «Il Tribunale ha già autorizzato il Consorzio», conclude la relazione, «alla chiamata in causa delle altre imprese consorziate». Se qualcuno deve pagare, insomma, dovranno essere i soci che hanno fatto i lavori al posto della Vittadello e non il Consorzio con nuovi fondi dello Stato.

Causa ancora in fase iniziale. «E allo stato degli atti», conclude il bilancio, «il rischio di soccombenza appare remoto». Dunque un’altra brutta notizia per la Vittadello. Che difficilmente incasserà i 30 milioni richiesti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia