Visite e prenotazioni per la Medicina di gruppo, calvario telefonico a Mestre

MESTRE. Risponde a duemila telefonate la settimana, con un volume di lavoro che è letteralmente raddoppiato dall’inizio della pandemia. Lei è Ornella Galardi, segretaria della medicina di gruppo di via Ciardi alla Cipressina a Mestre. Un ruolo preziosissimo al fianco dei medici, poiché è lei, come molti suoi colleghi, che risponde, indirizza, prende nota, filtra tutte le richieste possibili.
Il problema è che le misure attuate negli ambulatori da febbraio a oggi, hanno cambiato molte cose. «Nelle quattro ore di turno che affronto tutti i giorni, rispondo quasi a una chiamata al minuto», racconta Ornella.
«Ho svariate linee da tenere sotto controllo, una anche con un cellulare, perché da mesi attendiamo che il numero associato al medico precedentemente in servizio, possa essere passato alla collega subentrata. Non si capisce perché ciò non sia ancora possibile. Vivo con le cuffiette nelle orecchie, ho tre agende dove segnare appuntamenti di continuo per ciascuno dei medici presenti in questa sede. È uno stress non indifferente. A volte torni a casa e non riesci neppure ad addormentarti, finisci con l’odiare il telefonino cellulare e lo dimentichi in giro. Sto aspettando con ansia i prossimi due anni, per poi poter andare in pensione e non pensarci più».
Il carico di lavoro raddoppiato fa il paio con l’incremento di stress, ma Ornella precisa: «Il mio è anche un ruolo sociale. Rassicuro i pazienti, li aiuto, a volte porto anche in farmacia documentazioni o ricette per agevolarli, soprattutto se sono anziani".
"Dare una mano è anche nel mio ruolo, solo che i dolori alle cervicali per la tensione o per il continuare a tenere un telefonino sull’orecchio mentre scrivo, alla fine mi restano tutto il giorno. Le richieste più strane? In tanti ci chiedono il vaccino anti Covid, senza aver capito che non ne esiste ancora. C’è chi ci chiede anche il tampone, altrimenti sono tante richieste consuete, alcune derivate dalla poca chiarezza di certe notizie che viaggiano in televisione o via internet. Tutta la confusione che si genera all’esterno, ricade poi su di noi negli ambulatori medici».
Ornella rinnova quindi un appello alla Regione. «Nel mio piccolo dico che qualcuno dovrebbe mettere mano al portafogli e finanziare l’assunzione di altre segretarie negli ambulatori dei medici di medicina generale. Siamo troppo poche per far fronte al volume di lavoro immane che ci è piovuto sulla testa con la pandemia. Già prima facevamo fatica, con il Covid è inevitabilmente aumentato in quantità, figuriamoci se arrivassero pure i tamponi di cui si sta parlando».
In tutto questo va aggiunta anche l’attività di front office svolta dalle segretarie, per tutte quelle persone con poca dimestichezza di internet, che non riescono a fare prenotazioni da casa e preferiscono passare per gli studi medici. «E poi c’è chi si ostina a non rispettare gli orari», conclude.
«Se diamo gli appuntamenti è anche per una questione di sicurezza. Questa settimana una signora è arrivata alle 16,30, e aveva la visita un’ora più tardi. A un certo punto sembra di fare anche il vigile urbano per dirottare la gente a seconda delle loro esigenze, e dovendosi anche accertare che abbiano la mascherina e si disinfettino le mani correttamente, a volte c’è chi non lo fa». —
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