Visita medica per Elisa, in stato vegetativo da 12 anni. Sit in del Movimento Vita

MESTRE. «Per prima cosa Elisa dovrà essere sottoposta ad una visita da parte di un neurologo specializzato, della sanità pubblica, che accerti le sue condizioni perché l’ultima visita di questo tipo risale al 2006. Dopodiché deciderò, in base all’esito della visita, se e come muovermi chiedendo l’intervento del giudice. L’incontro è stato utile per capire qual è il percorso ma una decisione non è ancora stata presa».
Il 3 agosto Giuseppe, il padre di Elisa P., la donna in stato vegetativo permanente da quasi 12 anni, ha incontrato a Roma Filomena Gallo, il segretario generale dell’associazione Luca Coscioni che nei giorni scorsi aveva dato a Giuseppe la disponibilità ad aiutarlo, per comprendere quale percorso sia possibile seguire per chiedere - se lo vorrà- a un giudice di poter accompagnare la figlia verso la dolce morte. «Nessuna decisione è ancora stata presa», dice Giuseppe, spiegando che l’incontro è comunque servito per capire in quale direzione sia possibile muoversi, nell’attuale quadro normativo italiano.
Oggi, venerdì 25, un (piccolo) gruppetto di aderenti al Movimento per la Vita ha dato luogo a un minuscolo sit-it davanti all'Antica Scuola dei Battuti, dove Elisa è in stato vegetativo, chiedendo di non intervenire sulle macchine che alimentano artificialmente la donna e le permettono di respirare, senza le quali lei non sopravvivrebbe.
Una storia che il padre della donna, ormai anziano, vive sulla sua pelle. Ma prima di qualsiasi altra decisione - hanno spiegato quelli dell’associazione Coscioni al papà di Elisa - c’è bisogno di una relazione medica aggiornata che certifichi lo stato della donna. Elisa oggi ha 46 anni e da quasi 12 anni versa in uno stato vegetativo persistente, irreversibile, e viene tenuta in vita con un sondino che le garantisce l’alimentazione e una cannula che le consente di respirare.
Elisa è ospite dell’Antica Scuola Santa Maria dei Battuti di Mestre, quotidianamente assistita dal padre. Lo stato vegetativo arrivò dopo un incidente automobilistico con il fidanzato, che rimase ferito e si suicidò poco dopo per il rimorso. Prima di essere ospitata alla Santa Maria dei Battuti la ragazza è stata all’ex Umberto I, subito dopo l’incidente. Poi all’Angelo dove è rimasta circa un anno. Poi al San Camillo agli Alberoni e a villa Salus.
Tre anni fa ha trovato posto nella struttura di Mestre. La documentazione parla chiaro: per lei non ci sono speranze di ripresa. Per questo il padre, attraverso i giornali, ha voluto rendere pubblica la sua storia, cercando di rinvigorire il dibattito, arenato in Parlamento, sul fine vita e il testamento biologico. «In questi giorni ha ricevuto tanta solidarietà, soprattutto da amici e parenti ed è l’aspetto che mi importa di più», aggiunge Giuseppe, «una solidarietà arrivata anche da chi non me l’aspettavo».
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