Visconti è stato incastrato da un complice pentito

Sospettato di due rapine, ieri non ha risposto alle domande del giudice Il magistrato ha inviato gli atti al Tribunale di Padova competente per territorio
Di Giorgio Cecchetti

VENEZIA. A “incastrare” il rapinatore veneziano di buona famiglia, il 44enne veneziano Lorenzo Visconti, sono state le dichiarazioni del pregiudicato 48enne di Marghera Michele Gelain, finito in manette nel mese di maggio dello scorso anno assieme ad altri sedici complici tra cui una vecchia conoscenza della Riviera del Brenta, uomo fidato di Felice Maniero per quanto riguarda le rapine, il 66enne Costante Carraro, detto “Chessman” per quella sua faccia somigliante al criminale statunitense poi finito sulla sedia elettrica. Poco più di tre mesi fa Gelain era stato condannato a sette anni e 10 mesi di reclusione per una quindicina di rapine messe a segno con i suoi complici, colpi compiuti con pistole e kalashnikov e con addosso maschere per non farsi riconoscere. Già da qualche mese prima della condanna, però, Gelain aveva cominciato a collaborare con gli investigatori della Squadra mobile veneziana che lo avevano arrestato e le sue dichiarazioni hanno permesso di far scattare le manette ai polsi ad altri rapinatori e a coloro che rifornivano la banda di armi trasferendole dalla Croazia.

Ieri, Visconti è stato interrogato dal giudice veneziano Andrea Comez, che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare. Difeso dall’avvocato padovano Carlo Augenti, si è avvalso della facoltà di non rispondere: alla fine il magistrato veneziano si è dichiarato incompetente ed ha inviato gli atti al Tribunale di Padova. L’indagato, che appartiene ad una nota e facoltosa famiglia veneziana, è accusato di aver messo a segno - con due complici - una rapina aggravata con l'uso di una pistola e di un taglierino alla Bcc di Sant'Elena a Villatora, in provincia di Padova. Inoltre, poco prima, avrebbe anche tentato di rapinare, minacciandolo con la pistola, un passante al quale aveva intimato di consegnare le chiavi dell'auto, che sarebbe poi servita per la fuga. Questo nuovo arresto si inserisce nell'operazione Mask, un'indagine durata oltre un anno, che nella primavera scorsa ha fatto scattare le manette ai polsi di 24 persone a vario titolo coinvolte in gravi reati tra i quali numerose rapine a mano armata e traffico internazionale di armi: già sequestrate numerose armi da guerra, tra cui 7 AK47 Kalashnikov, 2 mitragliette Skorpion, un silenziatore e pistole con munizioni.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia