Virus Zika, il difficile lavoro di medici e volontari

MESTRE. Quattro giorni nelle periferie dell'Argentina più povera, assieme ai medici che cercano di prevenire la trasmissione del virus Zika. Giulia Candussi, fotografa mestrina, che lavora per il nostro quotidiano, lo scorso mese di gennaio è stata in Argentina e ha scelto di passare quattro giorni con i medici dell'Ong, Medicos del mundo, come volontaria.

"Siamo andati nei sobborghi della città di Concordia, nella provincia di Entre Rios", racconta Giulia Candussi, "perché lì tra dicembre e gennaio si è verificata una esondazione del fiume Uruguay e le periferie sono state quelle più colpite perché sorgono vicino all'acqua e lì la popolazione ha avuto i problemi maggiori". Candussi assieme ai medici e altri volontari di Medicos del mundo ha visitato così i sobborghi di Las Tablitas, Benito Legeren e Colonia Yuqueri.
In particolare la situazione di Las Tablitas è apparsa alla fotografa mestrina quella peggiore, con le case di legno e lamiera sorte in mezzo ad una discarica di immondizie e gli abitanti costretti a vivere in una situazione igienica davvero precaria. "Un barrio di 500 persone, soprattutto donne e bambini, senza elettricità, senza acqua corrente, in mezzo a montagne di rifiuti che spesso vengono dati alle fiamme. Il problema di questi sobborghi è che tu puoi fornire pastiglie igienizzanti per purificare l'acqua sporca. Ma non si può lasciare l'acqua stagnare in alcun modo perché questo è l'habitat in cui prolifera la zanzara che trasmette il virus Zika. In quei giorni siamo passati casa per casa per fare informazione, stabilire un contatto con gli abitanti ma abbiamo soprattutto dovuto fare informazione sulle regole base dell'igiene personale perché questa gente non ha niente, vive di sussidi molto bassi e spesso nella più totale ignoranza. Una povertà totale", continua a raccontare Giulia Candussi.
La fotografa mestrina, con le sue fotografie, ha documentato il lavoro, importante e spesso difficile, di medici e volontari.
La zanzara Aedes, nota col nome di "zanzara tigre", è la stessa che trasmette il virus della febbre gialla, della dengue e della chikungunya. La malattia si manifesta con sintomi lievi come febbricola, eruzioni cutanee (soprattutto maculo-papulari), congiuntivite, mal di testa e dolori articolari, che compaiono tra i 3 e i 12 giorni dopo la puntura della zanzara vettore e possono durare da 2 a 7 giorni. Una persona su quattro non sviluppa sintomatologia. Al momento non è disponibile nessun vaccino.
Per questo l'unico modo per prevenire l'infezione è evitare di essere punti dalla zanzare, spiega il Ministero della Salute italiano che invita i turisti a prestare particolarmente attenzione nell'organizzare viaggi nelle zone dove è diffuso il virus. I consigli del Ministero sono di "adottare le misure di protezione individuale per prevenire le punture di zanzara". Per le donne in gravidanza, o che stanno cercando una gravidanza, si consiglia "il differimento di viaggi non essenziali verso tali aree". Stessa precauzione va presa dalle persone affette da malattie del sistema immunitario o con gravi patologie croniche.
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