Violenze, tre casi ogni settimana
VENEZIA. Nel luglio 2013 l’accordo tra azienda sanitaria e Comune di Venezia per il punto d’ascolto Sos Violenza. Nel gennaio 2014 è partita la fase operativa per la gestione dei casi di aggressione.
Entro sei mesi la task force di medici, pediatri, ginecologi, tossicologi, medici di base formeranno il personale sanitario dell’Usl 3 per intervenire precocemente nei casi di violenza, di genere e domestica. Spesso le donne denunciano troppo tardi o non lo fanno. Diagnosi precoci e prevenzione permettono di ridurre anche i costi sanitari e sociali delle conseguenze della violenza troppo spesso consumata tra le mura di casa.
Lo hanno spiegato ieri i medici che lavorano al progetto (la medico legale Cristina Mazzarollo, la collega Giulia Mazzarollo, il responsabile del laboratorio di tossicologia forense Giampietro Frison e la dottoressa del Serd di Mestre, Novella Ghezzo) per la Usl 3 ai consiglieri comunali della seconda commissione, in visita in piazzale San Lorenzo Giustiniani al Dipartimento di prevenzione. Si parla di femminici, stalking, violenze sessuali ma anche tanti minori e anziani sono maltrattati e trascurati.
Tra ottobre 2014 e settembre 2016 nel territorio della Serenissima sono state prese in carico 283 donne, età media 40 anni. 161 le donne italiane, il 54,9% con una età media di 42 anni. 122 le donne straniere, il 43,1 per cento, con una età media che scende a 35 anni. Ci sono tre casi ogni settimana, a conferma di quello che dicono le statistiche mondiali. Una donna su tre è vittima di violenza domestica. In Europa sono il 25,4 per cento, in Asia e Africa si arriva al 37,3%.
L’aggressore è quasi sempre il partner (marito, compagno, fidanzato, convivente). E molto spesso, ad essere maltrattati e abusati sono anche i figli, che se non aiutati rischiano un futuro da adulti con difficoltà, invalidità. O peggio, seguiranno l’esempio violento. C’entra molto anche l’abuso di alcol e droghe, spiegano i medici. Da qui la necessità di un intervento al problema multidisciplinare e non per compartimenti stagni. Dai medici un invito chiaro a tutti: «Fare finta di niente e non vedere equivale alla omissione di soccorso.
Abbiamo tutti il dovere di denunciare». La ginecologa Alessandra Cecchetto ha evidenziato la lunga esperienza del centro antiviolenza comunale con le due case protette ( esempio virtuoso rispetto al resto del paese) ma ha anche invitato i consiglieri comunali a farsi promotori di iniziative: sostenendo i centri per uomini maltrattanti o azioni virtuose come quella di Londra dove è il Comune a chiamare il fabbro per cambiare le serrature delle case da dove viene allontanato un uomo violento.
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