Violenze sulle madri, due figli in carcere
Episodi distinti: uno a Castello, l’altro a Santa Croce. Droga, alcol e richieste di denaro alla base delle botte e delle minacce
- Violenza domestica
Due maltrattamenti in famiglia. In entrambi i casi sono figli che si accaniscono contro i genitori. Dopo le denunce le indagini degli agenti del Commissariato di San Marco e quindi l’arresto dei due. Devono rispondere di maltrattamenti in famiglia con l’aggravante della recidiva.
I due diversi episodi sono avvenuti uno a Castello e l’altro a Santa Croce, stesso dramma di due madri che hanno dovuto subire per anni insulti, vessazioni e botte da parte dei propri figli poco più che trentenni. Episodi diversi e non collegati che parlano di un unico dramma che si consuma tra le mura domestiche.
Il primo caso riguarda B.M., 33 anni, dedito ad un uso smodato di alcol e droga. Vive con la madre e la sorella sulle quali scarica “...una sequela di minacce e violenze fisiche, costringendo i congiunti a ricorrere alle cure del pronto soccorso e riducendole in stato di profonda prostrazione...”, scrive il Gip nell’ordinanza. La situazione durava ormai da anni, tante le botte prese, la polizia in casa e il mobilio distrutto finché la madre ha trovato il coraggio di rivolgersi alla polizia. Alla denuncia sono seguite altre vessazioni. Un recente ammonimento del questore non ha dato gli esiti sperati ed è stato quindi necessario una misura drastica: la custodia cautelare in carcere, per far cessare le violenze ed evitare un dramma. B.M., una volta rintracciato dai poliziotti è stato portato in carcere di Santa Maria Maggiore.Sempre lo stesso giorno V.G., 31 anni, è stato trovato in centro storico. Anche i suoi comportamenti violenti sono stati fermati dall’intervento del GIP del Tribunale di Venezia che ha accolto la richiesta del PM. di sottoporlo alla misura della custodia cautelare in carcere. V.G., vive con la madre a Santa Croce.
La donna è sottoposta da anni a continue vessazioni con aggressioni verbali e psicologiche e ripetute violenze. Alla sequela di insulti ed angherie, seguivano anche richieste di denaro cui la donna deve sottostare nel terrore che le minacce, come è accaduto, si trasformino in violenza fisica. Alle resistenze della donna, infatti, la risposta del figlio è sempre violenta tanto che più volte è dovuto intervenire il 118. In un’occasione V.G. è arrivato a sbattere sul pavimento la madre poggiandosi con il ginocchio sulla tempia premendo tanto da costringerla a recarsi al pronto soccorso per un “trauma cranico minore”. È la stessa donna a raccontare agli inquirenti le violenze del figlio: aggressioni verbali, minacce, insulti e botte. In alcune occasioni la donna ha pensato che prima o poi l’avrebbe uccisa. Questo l’ha spinta a rifugiarsi da alcuni parenti.
La polizia ha raccolto tutta la certificazione e le informazioni riunendo gli elementi e gli atti dei molti interventi nell’abitazione dove i due abitavano, interventi che si sono resi necessari quando V. G., diventava violento e picchiava la madre. Innumerevoli gli interventi. Tutto il materiale è stato inviato al Pubblico Ministero che ha così richiesto ed ottenuto il provvedimento restrittivo notificato dagli uomini del commissariato di San Marco.
Carlo Mion
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