Violenza sulle donne, tre casi a Chioggia in una settimana

Due uomini agli arresti domiciliari mentre uno ha ricevuto l'ammonimento del questore. Giovedì il camper della polizia fa tappa all'Isola dell'Unione
Il camper della polizia nella tappa a Marghera
Il camper della polizia nella tappa a Marghera

CHIOGGIA. Violenza sulle donne. Se ne parla, ma non è mai troppo. Un dato su tutti: a Chioggia in una settimana due persone sono finite agli arresti domiciliari, mentre una terza è stata destinataria dell'ammonimento del questore. 

Per questo è necessaria, oltre alla repressione, anche una capillare attività di informazione e sensibilizzazione. La polizia ha avviato il "Progetto Camper" per diffondere una cultura di genere e combattere contro la violenza sulle donne. Nella provincia di Venezia, il camper fa tappa nei centri principali e mette a disposizione una squadra interdisciplinare formata da poliziotti, medici, psicologi e operatori dei centri antiviolenza. Il camper che ha debuttato con grandi risultati a Marghera, piazza Mercato e a Mestre in piazza Ferretto, giovedì 2 novembre sarà presente a Chioggia all’isola dell’Unione. Un grande impegno per i poliziotti del Commissariato che insieme agli esperti della Questura saranno presenti e come sempre al servizio dei cittadini.

Negli ultimi mesi diverse sono state le denunce e le attività di indagine portate avanti dai poliziotti del Commissariato. In una settimana due cittadini italiani sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari da parte dei poliziotti di Chioggia ed un altro ha avuto un ammonimento del Questore, tutti provvedimenti connessi agli atti persecutori che questi perpetravano nei confronti delle loro ex compagne.
 
La dinamica dei fatti per ogni caso si ripete pressoché invariata. 
Una relazione sentimentale che si interrompe per volere della donna e l’uomo che mette in atto comportamenti vessatori e o minacciosi nei confronti della persona che dice di amare, nel malsano tentativo di riportarla a sé.
È con questo copione, tristemente noto, che si è sviluppata la vicenda dei tre italiani residenti a Chioggia. 
Il primo, C.I. di 35 anni, dopo la separazione dalla compagna dalla quale ha avuto un figlio, ha cominciato a molestarla, minacciarla, a presentarsi ripetutamente fuori di casa, cercando di forzare le serrature di porte e finestre per entrare, fino ad arrivare a darle un pugno ed a rubarle la borsa una sera, fuori casa. 
La donna ha sporto denuncia il 20 settembre, fortemente preoccupata per l’incolumità propria e dei due figli minori che vivono con lei: un’adolescente avuto da una precedente relazione ed un bambino di 7 anni avuto con quello che oggi è il suo persecutore. Numerosi gli interventi della polizia, anche due o tre nella medesima giornata. Decisivo quello di mercoledì 18 ottobre, durante il quale i poliziotti hanno intercettato l’uomo, nelle vicinanze dell’abitazione, in un evidente atteggiamento ostile contro la sua ex compagna. Dalle testimonianze della donna e della sua vicina, lì con lei, sono emerse anche minacce di morte. Alle 18 della stessa giornata, gli uomini del Commissariato di Chioggia avevano già rintracciato l’interessato e dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari per il reato di cui all’art. 612 bis atti persecutori, che l’Autorità giudiziaria ha ritenuto di disporre in considerazione della straordinaria carica di aggressività del soggetto, al quale sarà inoltre applicato il “braccialetto elettronico”.
 
Analogo epilogo hanno avuto i comportamenti perpetrati da F.F. di 63 nei confronti della sua ex compagna di 24 anni più giovane. Condannato per la medesima tipologia di reato nel mese di marzo di quest’anno e già sottoposto alla misura della custodia cautelare, successivamente convertita in libertà controllata con divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa. L’uomo, però, ha continuato a mettere in atto una condotta molesta e assillante nei confronti della donna, che veniva pedinata continuamente e minacciata, avendo maturato nei suoi confronti una vera e propria ossessione sentimentale. Il perdurare dei comportamenti vessatori e degli atteggiamenti persecutori, che hanno determinato un grave stato d’ansia ed una forte preoccupazione per la propria incolumità da parte della vittima, ha configurato il reato di cui all’art. 612 bis del codice penale: atti persecutori, per il quale è stata disposta dall’Autorità giudiziaria la misura cautelare degli arresti domiciliari, eseguita dagli agenti di polizia in servizio a Chioggia, lo scorso 23 ottobre.
 
Di minore gravità, ma scaturito dalla medesima tipologia di comportamenti è l’ammonimento del Questore, emesso nei confronti di M.S. di 48 anni. Anch’egli alla fine di una relazione ha messo in essere pedinamenti, controlli, appostamenti, molestie tramite messaggi o attraverso social network, nei confronti della sua ex compagna. Il provvedimento del Questore di Venezia che ammonisce l’uomo ad avere un comportamento conforme alla legge, è stato emesso in data 17 ottobre. 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia