Violenza sessuale e lesioni condannato il marito

Quarantanovenne giudicato responsabile per fatti del 2017: 2 anni e 10 mesi. Il pm aveva chiesto una pena inferiore. Già risarcita la vittima

MESTRE. Due anni e dieci mesi: la condanna con rito abbreviato è arrivata ieri per un 49enne finito davanti alla giudice per l’udienza preliminare Roberta Marchiori con le accuse di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e lesioni. La vittima era la moglie, che nel procedimento penale non si è costituita parte civile dal momento che è stata integralmente risarcita.

È una vicenda delicata quella approdata ieri in tribunale. Una vicenda di una coppia in difficoltà. Proprio per tutelare la vittima degli episodi contestati all’imputato, omettiamo ogni riferimento ai protagonisti di questa storia che è avvenuta in un comune dell’hinterland mestrino. I fatti risalgono allo scorso anno. Tutto sarebbe iniziato in estate, in un momento in cui la coppia stava attraversando un momento burrascoso, segnato dalla gelosia e dalla difficoltà di concepire ancora un futuro assieme.

L’episodio più grave, stando alle accuse, sarebbe avvenuto qualche mese più tardi. I due, nonostante la tensione, avevano avuto un rapporto sessuale. La donna ha raccontato che lei non avrebbe voluto finire a letto con il 49enne e che tutto sarebbe quindi avvenuto contro la sua volontà. Di qui la querela per violenza sessuale. Diversa la versione dell’uomo, difeso dall’avvocato Carlo Stradiotto, secondo cui il rapporto sessuale sarebbe stato consenziente. In quell’occasione la donna aveva denunciato anche di aver subìto lesioni. Nel corso delle indagini la parte offesa aveva riferito anche di un episodio precedente sempre di lesioni.

Il procedimento penale a carico del 49enne è stato definito ieri in udienza preliminare. La difesa ha chiesto e ottenuto il giudizio con rito abbreviato, beneficiando quindi dello sconto di un terzo della pena e facendo risparmiare tempo alla giustizia dal momento che si evita il dibattimento pubblico in aula.

Nel corso dell’udienza precedente era stata sentita la donna. A sostenere l’accusa, il pubblico ministero Raffaele Incardona che, al termine della requisitoria, aveva chiesto per l’imputato la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione. La giudice per l’udienza preliminare Marchiori ha deciso di aumentare la pena di 2 mesi. Una volta depositate le motivazioni, sarà possibile impugnare la sentenza davanti alla Corte d’Appello.

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