Violenza nella casa al mare animatore va a processo

Il giovane è accusato di due distinti episodi contro minori e anche di possesso di materiale pedopornografico: nel computer erano salvate foto di ragazzini
BAMBINO SI NASCONDE DA UOMO ADULTO..FOTO DI © CARLO LANNUTTI/AG.SINTESI
BAMBINO SI NASCONDE DA UOMO ADULTO..FOTO DI © CARLO LANNUTTI/AG.SINTESI
VENEZIA. Non aveva confidato a nessuno le presunte violenze subìte da un operatore durante il soggiorno nella casa al mare data alla parrocchia per le vacanze comunitarie delle famiglie, quando era ancora un ragazzino. Anni dopo, al culmine di un litigio, aveva dato voce al segreto, confidando tutto ai genitori che all’epoca erano in vacanza con lui, ma nulla sapevano dell’accaduto. Da qui erano partite le indagini, condotte dal Nas di Treviso con il coordinamento della pubblico ministero veneziana Lucia D’Alessandro, che hanno permesso di individuare il presunto responsabile e di attribuirgli due distinti episodi che sarebbero avvenuti in due case per famiglie in località diverse lungo il litorale veneziano ai danni di due minori, che oggi hanno compiuto 18 anni.


Ieri il giudice per le indagini preliminari David Calabria ha disposto il rinvio a giudizio per il 32enne trevigiano (difeso dagli avvocati Fabio Capraro e Francesco Fava), all’epoca animatore nelle due strutture per conto di una cooperativa trevigiana nell’ambito di un progetto di inserimento lavorativo concordato con l’Usl per le persone con difficoltà. La pubblico ministero D’Alessandro lo accusa di violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico, sia fotografie di minorenni, sia cartoni Manga raffiguranti minorenni.


Il primo episodio risale all’estate del 2010. L’animatore avrebbe approfittato di un momento in cui era solo con il ragazzino - un trevigiano che all’epoca aveva 11 anni, difeso dall’avvocato Sergio Gerin - e gli avrebbe abbassato il costume per poi strusciarsi su di lui. L’estate successiva, in un’altra casa per ferie in una diversa località del litorale, era toccato a un 13enne veneziano, difeso dall’avvocato Annamaria Marin. Secondo le contestazioni della Procura, l’animatore avrebbe chiuso a chiave la porta per stare solo con il ragazzino, costringendolo poi a compiere e subìre atti sessuali orali. C’è poi il capitolo del materiale trovato nel computer dell’animatore nel 2014, a seguito della perquisizione domiciliare: otto foto pedopornografiche (con ragazzini che nulla avevano a che vedere con quelli coinvolti nei fatti al mare) e diverse decine di file pornografici con immagini di cartoni Manga raffiguranti minori coinvolti in atti sessuali.


Nel procedimento penale che si aprirà il 9 gennaio 2018 davanti al tribunale collegiale, è stata citata come responsabile civile la cooperativa per la quale lavorava l’animatore. L’imputato, che aveva presentato una proposta economica per patteggiare, giudicata insufficiente, punta con i suoi difensori a smontare le accuse nel corso del dibattimento.


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