Violentata a 11 anni: «Per prendere l’assalitore, tutti sono tornati in servizio»
Il Comune di Venezia annuncia un confronto urgente in Comitato per l’Ordine e la Sicurezza. L’assessore Pesce: «Serve certezza della pena»

«Come istituzioni ne discuteremo diffusamente al prossimo comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Come Comune di Venezia voglio solo ricordare il grande impegno portato avanti in questi anni con il centro antiviolenza. Come esponente della Lega, invece, torno a invocare la castrazione chimica: non è possibile che persone del genere siano libere di circolare per le strade».
L’assessore alla Sicurezza Elisabetta Pesce vuole dare una risposta a nome di Ca’ Farsetti, ma quello che è accaduto giovedì sera in un quartiere residenziale di Mestre, dove una ragazzina di 11 anni è stata aggredita e violentata da un 45enne che l’aveva seguita fino a casa, è qualcosa su cui è difficile prendere parola.
L’indignazione e il senso di impotenza di una città intera, però, pretende una replica: «Questa vicenda conferma l’importanza del sistema di controllo del territorio che è attivo qui, nel Veneziano: il presidio attraverso gli uomini in divisa e quelli in borghese, per tracciare i movimenti criminali e cercare di anticiparli», ha sottolineato il questore Gaetano Bonaccorso, «Purtroppo non è sempre possibile: in questo caso, nonostante l’individuo in questione non fosse noto entro i nostri confini provinciali, l’attivazione immediata del protocollo di emergenza per le situazioni estremamente gravi ha permesso di individuarlo in tempi brevissimi».
L’arrestato, Massimiliano Mulas, 45 anni, ha un elenco di precedenti specifici impressionante, ma nessuno nel Veneziano e uno dei filoni d’indagine ora dovrà proprio accertare da quanto tempo l’uomo avesse raggiunto il territorio.
Lo sforzo per bloccarlo poi, è stato fulmineo e diffuso, come ricorda il prefetto Darco Pellos: «Sul caso ha operato l’Arma dei carabinieri, ma mi preme sottolineare come tutte le forze dell’ordine si siano lanciate ad aiutare e con estrema generosità: venerdì sera anche chi non era in servizio si è rimesso addosso la divisa e si è messo a disposizione, buttandosi in strada, nessuno si è risparmiato. E il carabiniere che è riuscito a bloccare il fuggitivo ha dato prova di una grande capacità. Siamo di fronte a un crimine aberrante, commesso da un individuo arrivato da fuori, come una meteora, un’eventualità complessa».
I servizi sociali e sanitari hanno preso in carico la giovanissima vittima e i suoi genitori, ma non solo: «I nostri esperti lunedì saranno nelle scuole e nelle strutture comunali per aiutare gli alunni e gli educatori in questo momento complicato», ha assicurato l’assessore al Sociale Simone Venturini, «Gli specialisti dell’Usl non hanno mai lasciato la famiglia, fornendo a tutti supporto psicologico».
Difficile non lasciare il passo alla rabbia: «Sono mamma anche io, se penso a quello che è successo, se provo a mettermi nei panni della madre di quella bimba, non riesco neanche a immaginare cosa potrei fare al responsabile. Per questo serve certezza della pena», chiude Pesce.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia