Violenta grandinata i danni maggiori per vigneti e orti
Prima i tuoni e il vento forte, poi un autentico muro di acqua e grandine. Il violento temporale, che si è abbattuto sul Basso Piave, e in particolare su San Donà nella notte tra mercoledì e ieri, ha lasciato i segni maggiori nelle campagne. Danneggiati vigneti e colture orticole a foglia larga, in un’azienda agricola rischia di risultare compromessa gran parte della produzione di uva.
Ma nel complesso i danni sono stati limitati. Perché i chicchi di grandine caduti non erano troppo grossi e la tempesta non è durata più di un quarto d’ora. Ma, soprattutto, perché la violenza della tempesta si è abbattuta su un’area limitata. Le zone più colpite sono state quelle di Mussetta e della fascia compresa tra l’autostrada, il confine con Noventa e Calvecchia, dove la grandinata è stata molto violenta. In quest’area, ieri mattina alle 7, sui campi e sui giardini si poteva ancora vedere il manto di grandine, caduta poco dopo la mezzanotte e mezza. Colpita in misura minore anche la zona di Santa Teresina e la Destra Piave, tra Fossalta, Croce e Musile.
Qualche problema a Meolo, nella zona del cimitero e per gli scarichi in piazza Martiri. Ma i danni maggiori si sono registrati nelle campagne. Per fortuna le piante sono ancora in una fase precoce. Se la stessa grandinata si fosse abbattuta a luglio o ad agosto, i danni sarebbero stati molto più gravi. Per i vigneti, però, bisognerà attendere l’estate per capire gli effettivi danni causati dalla grandine sulle piante. I chicchi hanno colpito foglie e germogli, c’è da sperare che non sia stato intaccato anche il legno.
A preoccupare sono i danni che il maltempo ha causato in un’azienda agricola della zona di Mussetta. La grandine ha rotto tutti i rami con i grappoli d’uva e il rischio è che possa essere compromessa buona parte della produzione stagionale. Ma le conseguenze della tempesta si sono avvertite anche sui filari predisposti per il prossimo anno.
Giovanni Monforte
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia