Vinyls, l'ennesimo ultimatum a Gita

Incontro tra i sindacati e il ministro Romani: attendono una risposta fino a fine settimana
VENEZIA. «Ho voluto condividere con i sindacati quello che sta accadendo alla Vinyls», ha detto ieri il ministro Romani al termine dell'incontro con i segretari di Cgil, Cisl, Uil che, a loro volta, hanno spiegato che a Gita è stato dato un ultimatum «definitivo»: scade a fine settimana. Se anche questo sarà disatteso Gita dovrà rinunciare, per permettere ai commissari di verificare altre due offerte d'acquisto. Sul tavolo del ministro c'è l'ultima lettera del rappresentante di Gita in cui si addossano alle banche le colpe della mancata capitalizzazione e del mancato accredito degli stipendi.


«Ho voluto condividere con i sindacati il ritardo nella finalizzazione della procedura di capitalizzazione», ha detto ieri sera il ministro dello Sviluppo, Romani, uscendo dall'incontro avuto con tre segretari confederali nazionali sulla vertenza Vinyls. «Ho contatti quotidiani con i rappresentanti di Gita - ha sottolineato il ministro - visto che la proposta formulata da questo fondo è quella che consentirebbe il mantenimento e il riavvio di tutte e tre gli stabilimenti di Vinyls a Porto Torres, Marghera e Ravenna».


Il segretario nazionale della Cgil, Scuderi - presente all'incontro - ha poi dichiarato: «Abbiamo posto un ultimatum al fondo Gita che scade alla fine di questa settimana. La scadenza è il punto d'arrivo per capire come finisce questa vertenza che presenta una situazione che non può non vedere nelle prossime ore una conclusione».


L'incontro tra Romani e i sindacalisti confederali è terminato dopo nemmeno un'ora, con l'intesa di verificare a fine settima la situazione alla luce di quello che farà il fondo Gita che, a quanto è dato sapere, ha fatto pervenire ieri una lettera ai commissari straordinari di Vinyls dal contenuto riservato. Quel che è certo è che la lettera non chiarisce del tutto le vere intenzioni del fondo svizzero che da tre mesi continua a procrastinare la trattativa per acquisire il ciclo del cloro di Vinyls e Syndial (Eni). Dal canto loro, i tre commissari straordinari hanno preso atto, in una lettera inviata a Gita, che non è stata rispettata la proroga per la capitalizzazione della nuova società (Vinyls Group srl) e degli stipendi che scadeva lo scorso 28 marzo.


Di conseguenza, nel caso non rispettassero nemmeno l'ultimatum che scade alla fine di questa settimana, dovranno formalizzare la loro rinuncia all'offerta d'acquisto in modo da poter avviare formalmente - come hanno chiesto i lavoratori della Vinyls di Ravenna - le trattative con Igs spa e Dioki, le altre due società che hanno partecipato al bando con una loro offerta d'acquisto, seppur parziale in quanto escludono entrambe il salvataggio degli impianti di Porto Marghera. I commissari, starebbero pensando anche a una possibile causa legale contro Gita, con richiesta di risarcimento dei danni per la turbativa causata con mesi di trattative inconcludenti.


Ministero e commissari dovranno anche decidere come garantire la sicurezza degli impianti e dei depositi del cvm di Porto Marghera, visto che non sono in grado di garantire uno stipendio ai lavoratori che presidiano gli impianti pericolosi e minacciano uno sciopero. Il rischio è che, a fronte della rinuncia di Gita, si arrivi a decidere la fermata definitiva (dopo la bonifica) degli impianti di Porto Marghera che producono cvm e pvc, ma sono in «stand by» ormai da due anni e - tranne l'offerta del fondo Gita - non hanno nessun altro interessato ad acquistarli e investire le cospicue somme necessarie a farli ripartire. Le segreterie veneziane dei chimici di Cgil, Cisl, Uil: «Non accetteremo che di Vinyls si faccia uno spezzatino garantendo alcuni stabilimenti a danno di altri per logiche industriali che non condividiamo e che non hanno alcuna giustificazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia