Vinyls, bonifiche e demolizioni al 70%
MARGHERA. L’incubo dovrebbe finire nel prossimo mese di giugno, quando sarà completata del tutto la demolizione degli impianti del cvm e pvc di Vinyls e sarà messa in sicurezza definitiva l’intera area che per quasi cinquant’anni è stata occupata dai vecchi e pericolosi impianti del ciclo del cloro, a lcentro, nel decennio scorso, al centro del mega-processo per gli operai vittime dell’esposizione al cvm, il tristemente famoso cloruro di vinile monomero. C’è voluto l’intervento della Prefettura, nella primavera scorsa per mettere fine alla grave situazione dal punto di vista della sicurezza ambientale e sanitaria della Vinyls, tutt’ora affidata al curatore fallimentare dopo l’uscita di scena della multinazionale Ineos e dell’imprenditore trevigiano Fiorenzo Sartor che nel 2009 aveva rilevato gli impianti per poi, pochi mesi dopo, portare i libri contabili in tribunale che affidò la gestione dell’azienda in stato fallimentare all’avvocato Mauro Pizzigati in qualità di commissario straordinario. Dopo di che, mentre gli anni passavano e si consumava un drammatico braccio di ferro con i lavoratori in cassa integrazione – comandati però a garantire la sorveglianza di sicurezza agli impianti ancora in piedi ma ormai fermi da anni – l’azienda americana Ipp che aveva acquistato gli impianti aveva affidato la loro pulizia e lo smontaggio ad una ditta in appalto (Mcm) che a sua volta è fallita. Fu allora incaricata una nuova azienda (la Rigato di Marghera) mentre il recupero e lo smaltimento delle acque piovane contaminate che vengono raccolte in apposite vasche e poi smaltite all'SG3, sono stati affidati a Veneto Acque con la supervisione dei tecnici dell’Arpav e la consulenza di sei dipendenti della Vinyls commissariata.
Preoccupata dal rischio di un incidente rilevante, e per i gravi rischi sanitari determinati dalla presenza negli impianti produttivi e nei terreni di sostanze cancerogene, bioaccumulabili e persistenti come il cvm e il dicloretano (dce), la Prefettura ha istituito un apposito tavolo di coordinamento, gestito dai tecnici dell’Arpav veneziana, che ha continuato a riunirsi una volta alla settimana e continuerà a farlo fino al completamento dell’intervento di bonifica degli impianti e messa in sicurezza dell’area entro il prossimo giugno, data improrogabile entro la quale (pena pesanti sanzioni) l’azienda che ha in appalto i lavori non avrà completato del tutto l’opera di risanamento di cui a tutt’oggi è stato realizzato il 70 % degli interventi previsti; ovvero pulizia degli impianti dai residui di cvm e dce, la messa in sicurezza dei terreni e della rete fognaria profonda, con la predisposizione di un nuovo collettore delle acque piovane contaminate provvisto di tre vasche di raccolta dotate di carboni attivi.
Il tutto per un totale di più di 2 milioni di euro, messi a disposizione dal ministero dell’Ambiente che li ha stornati dal capitolo “bonifiche di Porto Marghera” e girati alla Regione attraverso la controllata Veneto Acque spa «per fronteggiare la situazione di emergenza ambientale di protezione civile nella laguna di Venezia con riferimento agli impianti di Vinyls Italia».
A conti fatti, la chiusura della Vinyls ha portato alla perdita di duecento posti di lavoro e all’abbandono degli impianti che ora stanno per essere ripulita con i fondi messi delle istituzioni pubbliche.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia