Villaggio dei Fiori a pezzi La rabbia degli inquilini

Spinea. Crepe e infiltrazioni negli intonaci, pavimentazioni sconnesse e calcinacci Il comitato dei condòmini pensa ora a un esposto al prefetto e alla Procura

SPINEA. Inquilini del Villaggio dei Fiori sul piede di guerra: i condomini cadono a pezzi e il responsabile non è il Comune di Spinea, ma quello di Venezia. In questa sorta di “enclave” veneziana (Ca’ Farsetti ne è proprietaria da decenni), a parlare sono le foto scattate dagli stessi condòmini per denunciare lo stato in cui versano gli edifici, in almeno 170 alloggi. Problemi che esistono dagli anni Ottanta: da allora le richieste di manutenzione si sono susseguite a cadenza regolare, ma quasi mai esaudite. «Anche dall’ultimo incontro di pochi giorni fa con l’assessore Bruno Filippini», spiega per il comitato degli inquilini, Ernesto De Bei, «ci è stato detto che capiscono il nostro malessere, ma non ci sono soldi e quindi dobbiamo rassegnarci e aspettare tempi migliori. Ma è una risposta che ci sentiamo ripetere dal 1980 e, adesso, francamente suona come una beffa». Anche perché nel frattempo le crepe si sono allargate, le infiltrazioni sono diventate pozzanghere, le sconnessioni della pavimentazione veri e propri scalini. «Le pareti esterne stanno scoppiando», spiega e mostra De Bei, «facendo cadere i calcinacci e mettendo in pericolo anche i passanti. Saltano anche le tubature, che portano l’acqua nelle abitazioni, lasciando per giorni famiglie senza’acqua, con problemi non solo igienici, ma anche per cucinare. Per non parlare degli ascensori che si bloccano di continuo, creando panico, soprattutto tra gli anziani. Alcuni sono stati sigillati perché troppo pericolosi, senza dare una soluzione a chi ha difficoltà a muoversi e vive ai piani alti». Ma l’elenco potrebbe continuare: crepe negli alloggi, pavimenti sollevati, caldaie non più idonee e quindi insicure. «Ci sono le terrazze che non tengono più l’acqua piovana», continua De Bei, «e negli appartamenti sono costretti a mettere bacinelle per non vedersi allagato il pavimento. Portoncini d’ingresso che si aprono con un soffio, con il pericolo di trovarci estranei nei pianerottoli di casa, anche di notte, come già accaduto. Vorremmo sapere dove vengono investiti i soldi degli affitti che, come ci ha detto l’assessore, ammontano a circa 350 mila euro e che da 30 anni versiamo nelle casse del Comune di Venezia». Stanchi di aspettare ora gli inquilini pensano a un esposto alla procura della Repubblica e al prefetto: «Non sono solo questioni di incuria e decoro», protestano i residenti, «c’è di mezzo l’incolumità delle persone. Se non si trova una soluzione proporremo una forma di autogestione, tenendoci i soldi degli affitti e facendoci da soli le manutenzioni che il Comune non ci garantisce».

Filippo De Gaspari

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia