Villa Salus-San Camillo operazione da 20 milioni

La gestione della casa di riposo alla Codess, la proprietà dei muri è del fondo milanese Silver Fir. Garantiti posti di lavoro e contratti con gestione per 30 anni
POSSAMAI MESTRE: L'OSPEDALE VILLA SALUS..22/05/2008 © SALVIATO LIGHTIMAGE
POSSAMAI MESTRE: L'OSPEDALE VILLA SALUS..22/05/2008 © SALVIATO LIGHTIMAGE

LIDO VENEZIA. È una macchina complessa l’operazione di passaggio del San Camillo degli Alberoni alla casa di cura Villa Salus e il contestuale ingresso allo Stella Maris del Lido della cooperativa Codess sociale.

Entrambe le strutture sono state acquistate da un fondo di investimento con sede in piazza San Babila, a Milano, il Silver Fir, specializzato in operazioni legate alla sanità. Operazione da almeno 20 milioni di euro.

I muri di San Camillo e Stella Maris sono ora di proprietà del fondo italiano. Entro febbraio 2020 si concretizzerà il passaggio di gestione, sostanzialmente un affitto di 30 anni, del San Camillo, ospedale e casa di riposo con istituto di ricerca, alla congregazione delle suore mantellate Serve di Maria, ovvero villa Salus, nota casa di cura sul Terraglio. Lo Stella Maris passa invece in gestione, sempre per 30 anni, alla cooperativa.

Tre diversi incontri per le consultazioni, previste per legge, di informazione alle parti sociali. Prima l’assessore alla coesione sociale Simone Venturini. Poi alle 12 e alle 14 due diversi incontri, al Lido, di illustrazione alle organizzazioni sindacali con Cgil, Cisl e Uil della Funzione pubblica in testa. Ci si rivede il 19 giugno, stavolta a Mestre.

Cauto ottimismo viene espresso dai sindacalisti che hanno partecipato alla consultazione. Cgil, Cisl e Uil della Funzione Pubblica chiedono garanzie per il passaggio del personale dello Stella Maris alla cooperativa Codess sociale. La Uil chiede non ci sia l’obbligo di diventare soci e una rigorosa applicazione del contratto e mette sul piatto del confronto anche una bozza di regolamento. Garanzie vengono chieste anche per una 20ina di operai addetti alle manutenzioni, per il personale di mensa, bar, servizi di pulizie. Per dirla con le parole di Pietro Polo (Uil) il 19 giugno «non si chiude ma si apre un percorso tutto nuovo».

I passaggi futuri, in «particolare quelli di accreditamento presso la Regione e la creazione della società che deve gestire la fase di transizione non possono che mettere ansia», commenta Giancarlo Da Lio (Cgil Fp). «Attenzione massima e cauto ottimismo» da Carlo Alzetta (Cisl).

«Nell’incontro sindacale è stata ribadita da parte di entrambi gli enti la volontà di garantire l’occupazione del personale nell’ambito di un progetto più ampio di rilancio delle stesse strutture», dicono da Villa Salus e Codess sociale. Garantiti i dipendenti, 220 del San Camillo (200 personale non medico, 11 personale medico, 9 dirigenti) che mantengono contratto, professionalità e anzianità maturate. Per i 141 dello Stella Maris, centro servizi per anziani, c’è l’impegno a mantenere il contratto Uneba.

«Operare nei servizi ospedalieri sanitari e socio sanitari richiede sempre più specializzazione, competenze tecniche e capacità di investimento. Ecco perché Villa Salus e Codess Sociale, pur mantenendo le proprie distintive caratteristiche sociali e religiose, intendono mettere a fattore comune le proprie esperienze per crescere e competere, con l’obiettivo di qualificare i servizi offerti ai propri pazienti e ospiti», commentano con un comunicato congiunto i vertici dei due enti. «Sarebbe un’occasione sprecata», dice Luca Omodei, direttore generale della Codess, «non fare tesoro del progetto che verrà a svilupparsi con la nuova gestione dell’IRCSS e di Stella Maris del Lido. Svilupperemo nuove sinergie e un progetto di più ampio respiro che rilanci non solo le due strutture del Lido ma metta le basi per avanzare più ampie ed innovative progettualità con operatori e reti locali».

Mario Bassano, direttore vicario di Villa Salus, aggiunge: «Significativo che le Suore Mantellate di Villa Salus si siano impegnate nel sostituire i Camilliani nella gestione dell’IRCSS, dopo oltre novant’anni di presenza al Lido, segno di una ritrovata volontà anche da parte di enti religiosi nel continuare a garantire una presenza qualificata, religiosa e volta alla cura dell’uomo sofferente». —


 

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