Villa Fiorita di Spinea diventa una «Rsa Covid»: la direzione concentra tutti i positivi

Trasferiti gli ospiti dalla vicina Villa Althea per consentire una maggiore intensità di cura. I familiari: «Non sappiamo niente»
La casa di riposo Villa Fiorita a Spinea
La casa di riposo Villa Fiorita a Spinea

SPINEA. La casa di riposo Villa Fiorita di Spinea diventa «Rsa Covid». Non si tratta di un accordo preso con la Regione, bensì della decisione della direzione di trasferire nella struttura di via Murano gli ospiti positivi della vicina Villa Althea - sempre della galassia Codess -, dove il virus è entrato domenica, portando al contagio di quattro operatori e otto ospiti. «Ma noi non ne sapevamo niente» denuncia Marinella Tesan, figlia di Annamaria, una delle ospiti negative di Villa Fiorita. «Oggi ho chiamato la casa di riposo e mi è stato confermato che mia mamma è negativa al tampone. Ora attendiamo che venerdì venga sottoposta a un nuovo esame. È stata trasferita in una stanza, da sola, al primo piano. Piano che è stato adibito al ricovero degli anziani negativi. Ma nessuno mi ha detto di questo trasferimento da Villa Althea».

«Abbiamo deciso di trasferire gli ospiti positivi a Villa Fiorita, per concentrare lì tutta l’assistenza Covid» spiega Marika Ranieri, responsabile dell’area anziani della struttura. «Poi, man mano che i pazienti si negativizzeranno, li ritrasferiremo a Villa Althea o nel reparto vuoto di Villa Fiorita, che abbiamo provveduto a far sanificare con l’ozono».

Intanto, per quanto le cifre continuino a essere molto alte, inizia progressivamente a ridimensionarsi l'entità del focolaio nella casa di riposo di Spinea, con la negativizzazione di otto operatori e tre ospiti. Il totale dei positivi ammonta dunque a 65 anziani (sui 94 totali) e 23 dipendenti.

Ma tra il pomeriggio di domenica e la mattinata di ieri si sono registrati quattro ulteriori decessi, che portano dunque al totale di dieci ospiti di Villa Fiorita vinti dal Covid in appena una decina di giorni. Da quando, cioè, il virus si è insinuato nella struttura, che era riuscita a tenerlo alla porta durante la prima ondata. Intanto il Covid è entrato anche in un’altra casa della provincia di Venezia. Si tratta della Relaxxi di Noale, dove sono nove le persone attualmente positive: sette ospiti e due operatori. «Gli anziani positivi si trovano in stanze riservate. Abbiamo organizzato l’intera struttura come se fosse una cassettiera, perché ogni reparto può essere isolato perfettamente» spiega il direttore Battista Camporese.

«Abbiamo acquistato 1.500 tamponi e nei prossimi cinque giorni controlleremo i nostri 120 ospiti e 110 dipendenti. Nel caso in cui dovessero emergere dei nuovi contagi, condurremo gli anziani eventualmente positivi nell’area rossa, mentre il personale rimarrà a casa in quarantena. Com'entrato il virus? Non lo so. Quel che è certo è che non lo hanno portato i parenti dei nostri ospiti, visto che abbiamo sospeso le visite 20 giorni fa».

Spostandosi a Venezia, si allarga, seppur con cifre contenute, il cluster nella residenza Ipav delle Zitelle, con il contagio di tre operatori, che si aggiunge alla positività già rilevata su quattro ospiti. E tre nuovi contagi si registrano anche tra gli anziani della residenza Casson di Chioggia, tutti residenti alla Boschetto.

«Siamo in attesa dei risultati dei molecolari sugli ospiti e gli operatori delle altre due strutture, ma nessuno presenta sintomi che potrebbero spiegarsi con l’infezione in corso» spiega il presidente Antonio Rizzato. Il totale dei casi alla Casson ammonta dunque a 24, di cui 18 anziani e 6 operatori. Nessuno di questi è ricoverato in ospedale. La situazione generale delle case di riposo non può non preoccupare. «Speriamo che a breve l'Usl 3 proceda con una delibera per dare sollievo alle Rsa con l'arrivo di nuovi infermieri» commenta Dario De Rossi di Cisl. —

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